Cesena, il vescovo Douglas Regattieri. "L'accoglienza è un dovere"

Nella presa di posizione sulle polemiche contro i profughi.E ai giornalisti. "Coniugate sempre rispetto della verità con il rispetto della persona"

Il vescovo Regattieri

Il vescovo Regattieri

Cesena, 26 gennaio 2018 - A prima vista papa Francesco e il vescovo Douglas Regattieri non potrebbero sembrare più diversi. Estroverso e scoppiettante il primo, mite e riflessivo il secondo. In realtà fra i due c’è una consonanza profonda che, per il vescovo, va ben al di là dell’obbedienza dovuta. Così, anche nel giorno dedicato dalla Chiesa ai giornalisti (attraverso il patrono San Francesco di Sales) il presule cesenate si fa convinto interprete della linea pontificia di apertura al mondo.

Il richiamo ai giornalisti è quello di combinare sempre il rispetto della verità con il rispetto della persona. «Nel messaggio di Francesco sottolineo che i giornalisti sono uomini e donne di pace – dice Regattieri – Fake news e falsità creano divisione, pregiudizi, un clima di non pace. L’obiettivo di fondo però non è un uomo buonista che ignora i problemi gravi, ma ostile alle falsità, agli slogan. Un giornalismo fatto da persone per le persone, specialmente per chi non ha voce. Mi sento in sintonia con voi perché anch’io sono chiamato a comunicare il Vangelo, la bella notizia. Condividiamo la missione della comunicazione, anche per noi preti vale la fedeltà alla verità e il servizio all’uomo».

La diocesi si prepara alla visita a Roma del 21 aprile ma già nei giorni scorsi il vescovo ha incontrato il papa in Vaticano: lo stesso Francesco ha dato il via ai ricordi della visita cesenate di ottobre contraddistinta dall’invito a «non balconare». Un tema di grande rilievo in vista delle elezioni politiche del 4 marzo. «Sto pensando di intervenire – dice Regattieri – non con un’indicazione su chi votare, ma su come vivere da cristiano questo evento». Una preoccupazione che s’immerge nell’attualità e nella missione dettata da Francesco di andare nelle ‘periferie’.

«Nella mia visita pastorale – racconta il vescovo – ho visto le grandi differenze tra le parti del nostro territorio. In centro c’è grande individualismo, il problema degli anziani, i giovani lontani dalla fede, mentre nei paesi la vita di comunità è più ricca». Regattieri condivide le preoccupazioni esternate dal presidente della Conferenza episcopale italiana, Gualtiero Bassetti, su populismo, razzismo e promesse in vista delle elezioni: «Segno che la Chiesa non vive sulle nuvole e si preoccupa del bene comune. Il tono pastorale di Bassetti risponde a quanto ci chiede il papa: essere vicini al popolo, preoccuparci che sia governato nella maniera giusta».

Sul tema caldissimo dei profughi – dove anche il vescovo ha subìto attacchi personali violenti – Regattieri è netto: «L’accoglienza è un dovere umano e cristiano». Il vescovo non nasconde i problemi e le resistenze: «C’è diffidenza tra la gente, ma sono solo chiusure epidermiche. Tocca a noi amministratori comunicare nel modo giusto le iniziative di accoglienza. Forse c’è stato qualche errore, ma le persone vanno educate con pazienza. In via Costa abbiamo avviato un’esperienza grazie al coinvolgimento di tutti. E anche la casa famiglia in vescovado è un segno dell’attenzione della Chiesa per i più poveri». Infine il dialogo tra le religoni: positivo con i cristiani dei diversi riti, ancora difficile con gli islamici.