Modena, profughi fra topi e rifiuti. L’Ausl: "Noi mai chiamati dalla prefettura"

La gestione da parte de l’Angolo di 22 ospiti in via Emilia Ovest è sempre più nel mirino Aimi (FI): "I controlli sono obbligatori"

I topi fotografati dentro l’abitazione di via Emilia Ovest

I topi fotografati dentro l’abitazione di via Emilia Ovest

Modena, 17 dicembre 2017 - Ratti, relativi escrementi e rifiuti, conditi da muffa sulle pareti. Sono tutti spuntati all’improvviso nell’immobile di via Emilia Ovest, che ospita i 22 profughi della coop sociale l’Angolo, o qualcuno non ci aveva mai guardato così a fondo? La prefettura ha effettuato un sopralluogo circa due mesi fa nella palazzina, ma pare si sia trattato solo di una valutazione strutturale e di idoneità della stessa. Infatti l’Ausl - ufficio igiene pubblica - conferma che, nell’immobile, ci è entrata per la prima volta solo venerdì e dopo il nostro reportage, chiamata appunto dalla prefettura. Quindi a livello igienico sanitario chi ha effettuato i dovuti accertamenti? L’azienda specifica anche che quelle di venerdì sono comunque ispezioni ‘d’urgenza’: insomma i tecnici escono se è la prefettura a chiamare.

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E fino ad ora, almeno per quanto riguarda via Emilia Ovest, non era accaduto. E mentre la proprietaria dell’abitazione di via Emilia Ovest annuncia di essersi rivolta al proprio legale per decidere come agire nei confronti della cooperativa, ad intervenire sul caso profughi e i richiedenti asilo gestiti dall’Angolo e costretti a vivere tra ratti e rifiuti è il consigliere regionale di Forza Italia Enrico Aimi. «Quello che i modenesi si chiedono non è tanto come ciò possa essere accaduto, ma perchè non si ferma questa travolgente ondata migratoria e non si iniziano a revocare programmi di accoglienza a chi non la merita? Le condizioni di degrado, in cui versano ormai molte zone della città sono note e ben visibili a tutti – commenta Aimi – la responsabilità ha natura eminentemente politica ed appartiene alle sinistre.

Dietro al fallimentare sistema di accoglienza, troppi interessi: da quelli economici immediati a quelli prossimi del diritto di voto. Nella nostra città si é perso il controllo della situazione. Criminalità di provenienza straniera, sporcizia, bivacchi, hanno così trasfigurato il volto dell’ex Capitale del Ducato, precipitata nell’ umiliante degrado ben descritto nell’inchiesta del Carlino».

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Il consigliere di Forza Italia a tal proposito fa notare come in realtà le norme generali e le ordinanze in materia siano chiare: «Se ad esempio in un appartamento che può ospitare 5 profughi se ne trovano 10, o è diventato ricettacolo di attività di spaccio, il programma viene revocato ed i profughi – sarebbe meglio dire i sedicenti tali – non ne beneficiano più. Conseguenza immediata: la cooperativa d’accoglienza non vede più un soldo. Peraltro, è bene sottolinearlo, gli operatori chiamati a gestire le quotidiane attività dei profughi sono tenuti a segnalare alla Prefettura ogni grave anomalia riscontrata, dal danneggiamento, agli atti vandalici o di violenza, passando per armi, prostituzione, droga. Poi, aggiungiamo noi, in tempi di terrorismo, è non solo giusto ma sacrosanto conoscere l’identita’ di chi viene ‘ospitato’, magari abusivamente, in appartamenti gestiti da queste cooperative. La politica si deve interrogare dunque sul che fare, anche nell’immediato. Servono, a nostro giudizio, innanzitutto controlli serrati da parte della municipale, sugli appartamenti occupati dai profughi, per verificare non solo le condizioni igieniche o di abitabilità, ma anche e soprattutto la presenza di persone estranee al programma di accoglienza». Aimi infine fa notare come sia in vigore una legge severa in materia di antiterrorismo, che impone controlli seri sulle presenze in hotel, alberghi e anche nei luoghi di accoglienza.