Reggio Emilia, i profughi in zona stazione? Riciclano anche gli scontrini

Li recuperano dalla spazzatura davanti alla Coop per farseli rimborsare. Droga, alcol e prostituzione in pieno giorno

La coop in zona stazione

La coop in zona stazione

Reggio Emilia, 27 ottobre 2017 - Prostitute in pieno giorno, scambi di droga alla luce del sole, tossicodipendenti che consumano in piena libertà sostanze stupefacenti e bevande alcoliche. E persino un ‘racket’ di scontrini gestito da richiedenti asilo (i quali bivaccano nella zona) per farseli rimborsare. È il resoconto di un pomeriggio qualunque trascorso in zona stazione.

ORE 16 Cominciamo il nostro tour. Passeggiando per via Turri e le zone adiacenti si contano sei prostitute, tutte di origine asiatica, ben visibili sui marciapiedi, chi in abiti succinti e chi meno vistosi. C’è chi ammicca e chi aspetta un cenno di risposta positivo per appartarsi; i cittadini della zona ci spiegano che basta un ok fatto col dito per farsi seguire.

«A volte si vedono scene raccapriccianti persino dietro agli alberi, anche di giorno…», ci racconta un residente. Addirittura c’è chi traccia l’identikit dei clienti: «La maggior parte sono signori anziani. Le lucciole a volte si fanno pagare persino una spesa alla Coop». Finita la passeggiata a luci rosse, proviamo a stazionare per metà pomeriggio proprio davanti al supermercato di via Sani, spesso teatro di aggressioni, liti, furti, rapine e spaccio di droga. Bastano pochi minuti e qualche passo avanti e indietro davanti alla Coop per essere avvicinati da un pusher, presumibilmente di origine magrebina. «Ehi amico, tutto bene? Cerchi qualcosa? Vuoi roba?». Con un secco no, rifiutiamo e poi ci piazziamo in un punto strategico dove si vede un po’ tutta la zona. La criminalità qui ha orari precisi.

ORE 17 Qualcuno ci spiega che è questo il momento del tentato furto di biciclette. Un uomo con la felpa rossa e cappuccio in testa, assieme a un altro complice (chi conosce la zona ci dirà più tardi che sono di origine indiana), ne puntano una proprio vicino ai carrelli. Ma la perlustrazione dei vigilantes del supermarket scongiura il furto. Il viavai di extracomunitari fra il parco delle Paulonie e la Coop, dove acquistano per la maggior parte birra e bottiglie di superalcolici che consumano seduta stante, è piuttosto massiccio. La sensazione di sicurezza scema con l’avanzar delle lancette e col calar della sera. L’impressione è che possa accadere qualsiasi cosa in ogni momento. I clienti che vengono a fare la spesa si guardano a destra e a sinistra. Più di una donna fa finta di parlare al cellulare al momento di andare a prendere il carrello per non essere importunata da qualche abusivo. Ma nonostante tutto, non rinunciano a vivere nel loro quartiere. «Veniamo comunque a fare la spesa qui – spiega una signora – Non vogliamo darla vinta a questi criminali. Certo, ci vuole qualche accortezza in più…».

Spunta  inoltre un retroscena. A raccontarcelo sono due signori che conoscono bene il quartiere. Tanti profughi fino a qualche mese fa rovistavano nei cestini fuori dal supermercato, a caccia di scontrini – gettati dai clienti – solo con beni alimentari. Motivo? Li consegnavano poi alla Dimora d’Abramo che glieli rimborsava. Scoperto il giro losco, la cooperativa che gestisce i richiedenti asilo, ha immediatamente sospeso la modalità e ha cominciato a distribuire i buoni pasto, non spendibili nei market.

ORE 18.30 La Coop si prepara a chiudere. Ma è questa la fascia in cui si verificano maggiori problematiche. Il parco delle Paulonie viene chiuso e i bivacchi escono. Davanti al parcheggio, come se nulla fosse, spacciano e bevono alcolici che a turno vengono a comprare. C’è persino chi consuma cocaina su una panchina. Per questo, uno degli ingressi laterali viene serrato dai vigilantes con largo anticipo, per evitare che i clienti debbano passare attraverso la «piazza di spaccio». Con qualche telefono, mettono musica etnica a tutto volume e lo sballo comincia. C’è persino chi nasconde le sostanze stupefacenti sotto tombini e tubature nelle aiuole per scampare ad eventuali perquisizioni delle forze dell’ordine.

ORE 20 La Coop chiude i battenti. Il lucchetto viene messo ai cancelli che proteggono le porte, ma anche agli ascensori e agli accessi che portano al parcheggio sopraelevato. Anche se spesso, proprio attorno all’orario di chiusura, è facile trovare tossici che nei sottopassaggi o dietro ai magazzini, si iniettano l’eroina. A testimoniarlo sono le tante siringhe. Il personale va a casa. Il parcheggio si svuota. Ma è pronto a diventare piazza notturna per prostituzione e droga. Lo sballo infatti continua fino a notte fonda…