Riccione, chiesa gremita per il funerale di Simone Ugolini

L’ultimo saluto al 24enne vittima, domenica scorsa, del tragico incidente in scooter

Il funerale di Simone Ugolini

Il funerale di Simone Ugolini

Riccione, 27 ottobre 2017 - Oltre mille persone, ieri pomeriggio hanno gremito la chiesa di San Lorenzo per partecipare al funerale di Simone Ugolini, il 24enne che alle 4 di domenica scorsa è rimasto vittima di un terribile incidente stradale, in sella al suo scooter a pochi passi da casa. La chiesa era talmente piena che tantissimi amici e conoscenti sono strati costretti a rimanere sul sagrato.

Sull’altare il vescovo Monsignor Francesco Lambiasi, che ha concelebrato la messa assieme al parroco don Agostino Giungi, al suo predecessore, nonché fratello don Tarcisio Giungi, don Davide Arcangeli e quattro diaconi. Tutti stretti insieme ai parenti di Simone, a mamma Erja, al papà Alfeo e al fratello Stefano, intorno alla bara di legno chiaro ricoperta di rose e altri fiori bianchi. Palpabile il dolore soprattutto nei brevi momenti di silenzio, interotti dai singhiozzi degli amici in lacrime.

Dopo il clamore dei giorni scorsi il vescovo ha chiesto tacere: “Si è parlato troppo. Siamo rimasti sommersi da una spropositata tempesta mediatica. Abbiamo bisogno di silenzio - ha supplicato - per ritrovare parole vere, per liberarci dal vaniloquio di chiacchiere vuote, per affrancarci dalle stucchevoli litanie di slogan stonati, se non addirittura ipocriti”. E ancora: “Abbiamo bisogno di disintossicarci dall’ammorbante inquinamento acustico prodotto da interminabili scariche di rumori assordanti, di immagini irriguardose, per riuscire ad ascoltare voci sacrosante e imprescindibili. Abbiamo bisogno di venire risparmiati dalla morbosa voglia di notizie piccanti, voluttà che ci fa sordi alla comunicazione della «buona notizia. Tacere per non riempirci la bocca di parole senza cuore, solo quando avremo taciuto, Dio nostro Padre potrà parlare».

Poi rivolto ai genitori al fratello e alla sua Giulia: “permettete di abbracciarvi e di piangere con voi e di custodire nel cuore i fotogrammi di Simone consegnati a don Davide”. Quello del piccolo Simone che quando cadeva, si rialzava da solo senza rimanere a terra a fare la lagna e quello del Simone giovane maturo e generoso che, ha dovuto dare una mano in famiglia, ha rinunciato al suo sogno di andare in giro per il mondo, per condividere il lavoro del babbo. Agli amici, infine l’invito a dare sostanza alle parole riportate sullo striscione lasciato sul luogo dell’incidente: “Sei sempre con noi”.

“Fatecelo vedere sempre con fatti di vita, non con giochi di morte”, ha incalzato il vescovo che, con l’implicito riferimento a quanto è successo con il materiale lanciato in rete ha concluso: “l’errore è un male che va riconosciuto e riparato non con la riproposizione raffinata e ipocrita della legge del taglione, ma per rispondere alla colpa con un progetto educativo serio ed efficace”. A fine messa un amico dal pulpito ha letto un pensiero e il post che Simone aveva scritto sul suo profilo Facebook, dedicando una frase a ciascun amico che aveva trascorso l’estate con lui. Parole che suonano come testamento. Le lacrime gli hanno strozzato la voce, a sostenerlo è arrivato il padre di Simone. Daniele Imola, rispettando il silenzio, ha poi consegnato alla famiglia una serie di messaggi recapitati dagli amici. A fine messa sulla bara è stato deposto lo scudetto e la sciarpa dell’Inter, sua squadra del cuore. Terminate poi le canzoni del coro parrocchiale, forti sono risuonate le note della canzone dei Thegiornalisti ‘Riccione’, la sua preferita. Poi l’addio tra scrosci di applausi, lacrime e i lenti rintocchi delle campane.