NAPOLI. «Vado avanti fino a che il Signore mi dà la forza». Con queste parole Crescenzio Sepe ha risposto ai giornalisti presenti ieri al Santobono, ufficializzando, di fatto, di aver accettato l’invito ricevuto da Papa Francesco a restare altri due anni, nonostante il 2 giugno compirà 75 anni e per il diritto canonico dovrebbe lasciare il suo incarico. 

AVANTI PER ALMENO ALTRI DUE ANNI. Ieri, in occasione dell’intitolazione a Sergio De Simone del Palabimbo del Santobono, il Cardinale ha riferito anche come si è svolto l’incontro durato circa mezz’ora che nella mattinata di giovedì scorso ha avuto con Papa Francesco. «Al termine di un colloquio cordiale e familiare, ho salutato il Papa dicendogli che lo avrei disturbato il 2 giugno per consegnargli la mia lettera di dimissioni» racconta Sepe, che riferisce la risposta del Pontefice: «il Santo Padre mi ha detto: “Portala, ma tu dovrai restare almeno altri due anni e poi vedremo». Insomma, per ora due anni, poi si vedrà. Il prolungamento dell’incarico di Sepe potrebbe durare anche più a lungo. Infatti l’Arcivescovo di Napoli riferisce: «Il Papa mi ha detto che se sono in buona salute devo andare avanti».

L’INCONTRO COL PONTEFICE. L’incontro in cui il Papa ha espresso a Sepe il desiderio che il Cardinale restasse altri due anni è avvenuto giovedì scorso. In quell’occasione i due sono rimasti a colloquio per circa mezz’ora. L’udienza è stata molto cordiale  Dalla curia fanno sapere che il Santo Padre, con il fare immediato e simpatico che gli è proprio, ha subito creato un clima di massima apertura e attenzione. Vari sono stati i temi affrontati nel corso del colloquio. In particolare Papa Francesco si è soffermato in particolare sulle iniziative di carattere sociale assunte dal Cardinale Sepe, dimostrandosi compiaciuto anche per le recenti dichiarazioni dell’Arcivescovo sulla realtà giovanile e sulla crisi di valori che attraversa la società. Il riferimento è in particolare all’emergenza babygang che sta attraversando la città di Napoli e alle numerose iniziative e appelli che il Cardinale ha rivolto ai ragazzi napoletani, sin dal suo arrivo in città nel 2007 e in particolare in questo momento difficile per i giovani napoletani. Tema su cui Sepe si è espresso anche ieri, a proposito della cattura dei presunti aggressori di Gaetano alla stazione di Chiaiano: «Credo che pagare la pena, il fio di quello che hanno compiuto possa essere anche un’occasione di trasformazione per questi ragazzi che probabilmente non hanno avuto un minimo di aiuto né dalle loro famiglie, né dalla scuola né dalla chiesa per crescere nella loro vita».