MUSEI E BIENNALI

MOCA Yinchuan (Cina) promuove lo sviluppo della regione attraverso l'arte

di Maria Adelaide Marchesoni

3' di lettura

Il MOCA Yinchuan si trova a 1.107 chilometri a nord-ovest di Beijing, a Huaxin-Hetu Art Town, un'area che comprende un villaggio di artisti e un parco di sculture. Storicamente, Yinchuan si trovava lungo la Via della seta e, di conseguenza, divenne un “melting pot diversificato”. Oggi è la capitale della regione autonoma Ningxia Hui sede permanente dell'EXPO Cina-Arabo. Nel maggio 2016 Emirates , la compagnia aerea di Dubai, ha iniziato a operare voli diretti per Yinchuan per consentire agli investitori di volare a Yinchuan e nel resto della Cina, dalla ricca regione del Medio Oriente.

Il MOCA Yinchuan è un museo, dall'architettura futuristica, che cerca di promuovere opportunità culturali, educative e di ricerca tra Oriente e Occidente con il sostegno della Ningxia Minsheng Culture e Arts Foundation. Inoltre aspira ad essere la principale istituzione per l'arte islamica nella regione, dato il posizionamento strategico sulla storica Via della Seta. Nato dall'idea di Ningxia Minsheng Group , attivo nello sviluppo immobiliare, come è avvenuto per i numerosi musei costruiti in Cina negli ultimi anni, è stato concepito come parte di un progetto per realizzare una “città d'arte internazionale” composta da residenze di artisti, parchi d'arte e sculture, scuole, con la speranza che questo possa a sua volta attirare nuovi investitori nell'area e consentire alla città di diventare economicamente autosufficiente.
Progettato dallo studio di architettura w-a-a we architecht anonymous dopo tre anni di lavori è stato inaugurato nell'agosto 2015 ed è costato circa 300 milioni di RMB (circa 47 milioni di dollari). Costruito su un terreno di proprietà del Governo è gestito attraverso una partnership pubblico-privata secondo un modello denominato BOT - Build, Operate, Transfer. L'ente non profit che sostiene il museo è il real estate developer Ningxia Minsheng Group.

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Il budget. Per far funzionare il museo il budget operativo è nell'ordine di 20 milioni di RMB all'anno (3 milioni di dollari) e a coprire queste spese è lo sponsor Yinchuan Binhe New District Investment Development (Group) e il no profit Ningxia Minsheng Culture and Art Education Foundation.

La collezione. Circa 200 sono le opere in collezione tra dipinti a olio cinesi della tarda dinastia Qing, mappe antiche che illustrano i primi scambi sino-occidentali e opere contemporanee cinesi e dell'area islamica. Il focus sull'arte sino-islamica, unico museo in Cina con questa identità, ha permesso di differenziarlo dai numerosi musei privati di arte contemporanea e ha valorizzato il fatto di essere l'unica regione autonoma degli Hui.
La direttrice artistica Hsieh Suchen, di passaggio a Milano, per presentare presso FM - Centro per l'Arte Contemporanea , la seconda edizione della Biennale di Yinchuan che sarà curata da Marco Scotini, dal titolo «Starting from the Desert. Ecologies on the Edge» in programma dal 9 giugno a 19 settembre 2018, ha fatto un bilancio dell'attività sin qui svolta dal museo. «Dall'apertura del museo, nel 2015 - ha dichiarato Suchen - circa 300mila persone l'hanno visitato, soprattutto negli ultimi due anni e mezzo in occasione della prima Biennale di Yinchuan e delle mostre che hanno alimentato il programma artistico. Non solo un pubblico generico, il museo ha avviato una stretta collaborazione con sei università in Ningxia che organizzano visite periodiche». «Se nel 2015 - prosegue la direttrice - la maggior parte dei visitatori erano appassionati d'arte e professionisti provenienti dalla regione orientale e turisti dalle aree circostanti, oggi la popolazione residente partecipa alle inaugurazioni e visita il museo come una scelta di svago per il weekend».

La Biennale. Per la direttrice l'aver voluto ospitare un evento cosi significativo, in un luogo improbabile è stata una strategia volta a promuove l'area e la cultura locale nel mondo a beneficio prima di tutto della popolazione che vive nell'area, ovvero nel nord-ovest della Cina, che rispetto a Pechino, Shanghai e Hong Kong, “non ha nulla”. La prima Biennale «For an Image, Faster Than Light» è stata curata dal co-fondatore della Biennale di Kochi-Muziris, Bose Krishnamachari, e presentava le opere di 73 artisti contemporanei provenienti dai quattro angoli del globo, attraverso video, installazioni, fotografie, pittura e scultura. Se la prima Biennale di Yinchuan ha offerto ai cittadini l'opportunità di farli avvicinare all'arte contemporanea globale, per il secondo appuntamento la direttrice ha lo stesso entusiasmo e lo stesso obiettivo: promuovere, attraverso l'arte, lo sviluppo dell'area.

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