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Carl Pei: «Vi spiego come One Plus ha conquistato i fan italiani»

di Biagio Simonetta

Carl Pei, ceo e fondatore di OnePlus

3' di lettura


«Quando abbiamo lanciato OnePlus One (nell’aprile del 2013, ndr), ci aspettavamo di vendere circa diecimila dispositivi. Ne abbiamo venduto un milione e mezzo». Carl Pei, ceo e fondatore di OnePlus, sintetizza così il successo che ha travolto la sua azienda. Una società nata sotto forma di startup, con un intento ben preciso: realizzare smartphone di altissima qualità tenendo a bada i prezzi. Il trucco? Produrre quasi su commessa. Agli inizi, infatti, questo miracolo cinese chiamato OnePlus consentiva di acquistare il telefono solo su inviti. I possessori di OpOne potevano invitare i loro amici, creando un circolo virtuoso di vendite che è andato ben al di là delle aspettative del management.
Oggi OnePlus, pochi dipendenti e sede a Shenzhen, è una realtà consolidata del mercato smartphone. Non fa i numeri delle sorelle cinesi Oppo, Huawei e Vivo, ma il brand gode di una reputazione invidiabile. «Abbiamo ottenuto un grande successo quando abbiamo lanciato il OnePlus One. – dice Carl Pei al Sole24Ore - Da allora siamo gradualmente diventati più redditizi e quest’estate abbiamo avuto il nostro lancio di maggior successo con OnePlus 5».
Ma chi lavora dentro OnePlus? Chi sono gli artefici di questo successo industriale? Pei racconta che il team sta crescendo di anno in anno, anche in Europa: «Nell’ultimo anno il nostro team europeo è cresciuto, passando da 3 a oltre 30 persone. E l’Italia è uno dei 5 mercati chiave dell’Unione europea insieme a Regno Unito, Germania, Paesi Bassi e Francia».
OnePlus 5 è uscito in primavera. Ma i fan hanno già sete di un nuovo smartphone. Un esame importante per un’azienda che si è prefissata l’obiettivo di produrre un solo device all’anno: «Siamo un’azienda monoprodotto – afferma il ceo - per concentrare tutti i nostri sforzi sulla nostra attuale produzione di punta. Abbiamo già sperimentato un’opzione di medio raggio quando abbiamo lanciato OnePlus X (due anni fa, ndr), ma questa opzione non ha avuto la risonanza che avevamo sperato, quindi abbiamo ripreso la strategia originale di concentrarci su un device per volta. Ora ci troviamo davanti a uno smartphone, OnePlus 5, che ha avuto grande successo. E stiamo pensando a cosa fare in futuro».
OnePlus è un’azienda ecommerce based, ma qualcosa si sta muovendo anche fuori dal web. «Abbiamo avuto molti eventi “offline” di successo, – racconta Pei - anche in Italia. Nell’estate del 2016, l’euro tour ha attirato diverse centinaia di persone in ogni città che abbiamo visitato. Siamo fiduciosi rispetto alle opportunità future, e stiamo la giusta strada per un'avventura offline nel vostor Paese».
L’attenzione verso l’Italia e l’Europa è dettata da logiche di business. Lo dice lo stesso ceo: «L’Europa è l'area di interesse principale per OnePlus, con cinque mercati chiave identificati come Regno Unito, Italia, Germania, Francia e Paesi Bassi. Abbiamo visto crescere il mercato italiano e cerchiamo di investire di più a vantaggio dei nostri fan italiani». Il mercato cinese, invece «ha abitudini di consumo diverse, e diversa è anche la situazione in India. Pertanto, non è giusto confrontarli come simili».
Secondo molti, OnePlus è un po’ la Apple cinese. A dirlo sono le politiche di marketing. Carl Pei risponde così: «In realtà, stiamo ancora guadagnando il nostro posto a tavola. Abbiamo ancora tanta strada da fare e, nonostante una squadra in crescita, Apple ha probabilmente circa 200 volte più dipendenti di OnePlus. Quello che abbiamo in comune è una visione simile del prodotto. Condividiamo lo stesso Dna quando si tratta di lavorare per ottenere la migliore tecnologia, la migliore esperienza dell’utente e un design senza tempo».
La prossima sfida? «Non perdere di vista il nostro obiettivo primario, che è quello di concentrarci innanzitutto sul prodotto. Questo è stato il nostro obiettivo principale sin dal primo giorno e continuiamo a lavorare su questo tema ogni giorno».

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