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I tesori indiani nelle collezioni di Buckingham Palace

di Nicol Degli Innocenti

A gold enamelled and diamond-set peacock ink stand in the form of a State Barge, that is formed of 19 pieces, including a penknife, inkwells and a pair of scissors. Credit line: Royal Collection Trust /© Her Majesty Queen Elizabeth II 2018

3' di lettura

In Gran Bretagna c'è una grande nostalgia dell'impero, ma in quest'epoca cosi' “politically correct” si tendono a sottolineare gli aspetti positivi del dominio britannico su Paesi remoti. Una mostra alla Queen's Gallery a Buckingham Palace, ad esempio, presenta dipinti e opere d'arte inestimabili dal subcontinente indiano che fanno parte della collezione reale, molte delle quali mai mostrate in pubblico prima di oggi. L'obiettivo dichiarato della mostra “Splendori del Subcontinente” è sottolineare i “400 anni di storia in comune, i lunghi e fruttuosi rapporti tra la monarchia Britannica e l'Asia meridionale.” Sono tutte opere donate da maragia' e notabili indiani alla famiglia reale e che sono conservate nel castello di Windsor.

La mostra è divisa in due parti: la prima è una rassegna di 150 opere d'arte dai preziosi manoscritti del 1600 al ritratto della Regina Tissarakhshita dipinto nel 1911 da Abnindranath Tagore, nipote di Rabindranath Tagore e fondatore della scuola artistica del Bengal, acquistato dalla Regina Maria durante il suo viaggio ufficiale in India con il marito Giorgio V quell'anno. Le date non sono casuali: nel 1600 un Royal Charter della Regina Elisabetta I aveva concesso alla East India Company il monopolio del commercio con il subcontinente, avviando rapporti poi sfociati nel British Raj e la nomina della Regina Vittoria a Imperatrice d'India nel 1876.

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La seconda parte della mostra, “A Prince's Tour of India 1875-1876” riunisce gli spettacolari doni che i vari maragia' e nobili indiani avevano regalato a Albert, principe di Galles, durante il suo lungo viaggio in quell'angolo di impero. La Regina Vittoria non mise mai piede in India, ma aveva inviato il suo figlio primogenito ed erede a rappresentarla per rafforzare i legami diplomatici con oltre 90 leader locali.

A ogni tappa del suo percorso il futuro Re Edoardo VII fu accolto con grandi feste e riporto' a casa duemila regali che volevano dimostrare l'abilita' degli artisti, artigiani e orafi indiani. Un “durbar” o servizio da tavola di oro massiccio, dono del maragià di Mysore, comprende uno spruzzaprofumo per spargere acqua di rose sui piatti . Da Jaipur invece arrivano pugnali e spade da cerimonia incastonate di perle e gemme e un portaprofumo di oro smaltato con immagini di sontuosi palazzi che un artista aveva impiegato cinque anni per realizzare. Per sfidare il caldo indiano, un paio di ventagli di piume di pavone con i manici smaltati e decorati con diamanti. Un bastone da passeggio d'oro tempestato di gemme nasconde un segreto al suo interno: un fucile a tripla canna.
Il principe di Galles si rese conto di quanto fossero preziosi e rari questi oggetti e al suo ritorno decise di mostrarli in pubblico, prima a Londra e in giro per la Gran Bretagna e poi a Parigi e Copenhagen, a pagamento con il ricavato da destinarsi all'acquisto di altre opere d'arte indiane per arricchire ulteriormente la collezione reale. Oltre due milioni di persone fecero la fila per ammirare questi regali, che svelarono al pubblico europeo le meraviglie dell'arte e dell'artigianato dell'India e che ebbero una grande e duratura influenza sugli artisti e designer inglesi. Ora, quasi 140 anni dopo, questi tesori sono di nuovo in mostra, meno sorprendenti di allora ma altrettanto spettacolari.

Splendours of the Subcontinent
Fino al 14 ottobre 2018
Queen's Gallery, Londra
www.royalcollection.org.uk

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