festival del cinema

Brividi a Venezia con il coraggioso e appassionante «Suspiria» di Luca Guadagnino

di Andrea Chimento

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2' di lettura

Era uno dei film più attesi della Mostra e non ha deluso le aspettative: «Suspiria» di Luca Guadagnino ha scosso Venezia e si prepara a diventare uno dei casi cinematografici più chiacchierati dell'anno.

Presentato in concorso, il film è un remake dell'omonimo cult di Dario Argento, da cui però si distacca profondamente, tanto nella sceneggiatura quanto nelle tematiche proposte.

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Una scena dal film «Suspiria»

Ambientata negli anni Settanta, la pellicola vede protagonista una giovane e ambiziosa ballerina americana appena arrivata in un'accademia di danza a Berlino. All'interno dell'edificio, però, si annida un'oscura e misteriosa presenza che sembra inghiottire tutte le ragazze del corpo di ballo.

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Dopo l'enorme successo di «Chiamami col tuo nome», Luca Guadagnino torna sul grande schermo con un progetto ambizioso e coraggiosissimo, che rischia molto sia nello stile che nelle scelte narrative.

Diviso in sei episodi più un epilogo, il film ha una prima parte che punta tutto sull'atmosfera inquietante dell'accademia, sugli sguardi dei personaggi e sulle splendide coreografie dei balletti; il ritmo intanto cresce di livello e col passare dei minuti Guadagnino abbraccia sempre più il genere horror, ma con tantissimi riferimenti al terrorismo degli anni '70 e anche ai tempi del nazismo.

È un film sugli orrori della stregoneria, oltre che sugli orrori della storia: due diverse forme del Male che danzano inesorabilmente fino all'epilogo.

Qualche passaggio nella sceneggiatura può apparire più macchinoso di altri, ma questo nuovo «Suspiria» è davvero un progetto riuscito e coinvolgente, anche per merito di un montaggio perfettamente calibrato e delle splendide musiche di Thom Yorke.

In concorso ha trovato spazio un altro film importante come «Peterloo» di Mike Leigh.

I fatti raccontati fanno riferimento al Massacro di Peterloo del 1819, quando un pacifico raduno pro-democrazia presso St Peter's Field a Manchester si trasformò in uno degli episodi più sanguinosi e tristemente noti della storia britannica. Il massacro vide le forze governative attaccare una folla di oltre 60.000 persone, radunate per chiedere riforme politiche e per protestare contro i crescenti livelli di povertà. Molti manifestanti furono uccisi e centinaia rimasero feriti, dando vita a proteste in tutta la nazione, ma anche a nuove repressioni da parte del governo.

Più che sulla dinamica della battaglia, Mike Leigh punta sui dialoghi inerenti alla politica e alle ingiustizie, offrendo una panoramica molto ampia di un momento così fondamentale per la storia della Gran Bretagna.

Con la consueta classe registica, Leigh offre una serie di immagini di pregevole fattura, giocando bene sulla luce e sulla composizione delle inquadrature.

Qualche limite il film ce l'ha a causa di un'eccessiva prolissità (risultano davvero troppi i circa 150 minuti di durata), ma la forza visiva e le buone interpretazioni di un cast complessivamente in ottima forma lo rendono comunque un prodotto incisivo e da vedere.

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