la giornata dei mercati

Borse, l’escalation sui dazi affonda i listini. Milano si salva con Banco Bpm

di E. Micheli e E. Miele

Dazi, Trump: altri 200 mld se Cina reagisce

7' di lettura

La guerra commerciale a colpi di dazi tra Usa e Cina si è abbattuta anche oggi sui mercati europei (segui qui i principali indici), trascinandoli in rosso. Uniche a resistere parzialmente alle vendite Madrid (-0,14%) e Milano: quest'ultima ha chiuso la seduta praticamente sulla parità (-0,07%) tenuta a galla da banche e utility. Le minacce di Donald Trump su nuovi balzelli legati alle merci importate dalla Cina per un valore di almeno 200 miliardi di dollari, e la dura reazione di Pechino, hanno affondato prima le Borse asiatiche, poi quelle del Vecchio Continente e a seguire Wall Street:il Dow Jones ha perso l'1,15% a 24.699,46 punti, il Nasdaq lo 0,28% a 7.725,59 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,40% a 2.762,57 punti.

Al momento quelli di Washington sono minacce, ma il timore degli analisti è che la situazione sia ormai già andata fuori controllo. Lo spread, che si è spinto fino a 226 punti in apertura, ha terminato la seduta a 217 (poco sopra la chiusura di ieri in area 215 punti).

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Dopo aver aperto in ribasso dell’1,6%, il Ftse Mib ha visto rosso per quasi tutta la seduta e solo nel pomeriggio ha rialzato la testa. Il merito è stato in primis di Banco Bpm, regina della seduta, che ha strappato fino a salire del 5,6%. L’istituto, secondo il Sole 24 Ore, starebbe spingendo l'acceleratore sullo smaltimento degli Npl, con l’ipotesi che lo stock da cedere possa salire fino a 9,5 miliardi. Bene anche gli altri bancari, da Ubi Banca (+3%) a Banca Pop Er (+3,4%). In forma il comparto delle utility con Snam Rete Gas (+2%) e Terna(+1,7%). Sul finale c’è stato uno scatto da parte di Recordati(+2,66%) dopo l'indiscrezione che i fondi Cvc sarebbero in pole per rilevare una quota di controllo del valore di oltre 3 miliardi di euro. In fondo al listino si sono piazzate le Stmicroelectron (-4,24%), che hanno sofferto come tutto il comportato tecnologico Ue, e la “galassia” Agnelli, con Cnh Industrial (-3,12%), a cui non è bastata la consegna di 900 bus in Brasile.

Per Draghi la crescita dell'Eurozona è rallentata
Il numero uno della Banca centrale europea, Mario Draghi, presente al Forum economico di Sintra in Portogallo, ha dichiarato che la crescita della zona euro nel 2018 ha rallentato il passo e «fino ad ora, è risultata inferiore alle nostre attese». L'anno scorso, però, aveva battuto le previsioni. «L'economia dell'Eurozona rimane su un percorso di crescita e l'inflazione sta gradualmente tornando verso il nostro obiettivo. Ma l'incertezza permea l'outlook economico», ha aggiunto. Del resto proprio la scorsa settimana la Bce ha ridotto dello 0,3% le stime di pil dell'Eurozona per il 2018, dal 2,4% al 2,1%. Draghi ha ribadito che a fine anno terminerà il così detto Qe, purché , ha però sottolineato - l'outlook di medio termine dell'inflazione sia confermato. Del resto ha ricordato ancora il numero uno dell’Eurotower, «la politica monetaria nell'Eurozona rimarrà paziente, persistente e prudente». I principali indici europei sono deboli e Francoforte, anche oggi, segna la performance peggiore, risentendo anche della posizione politica della cancelliera Angela Merkel, messa all'angolo sul tema dei migranti dall'ala più a desta della coalizione di Governo.

L'Ocse ha di nuovo puntato i riflettori su Paesi ad alto debito e banche
Anche l'Ocse quest'oggi ha dato una serie di indicazioni ai Paesi europei. L'Organizzazione dei 35 maggiori Paesi industrializzati ha esortato i Paesi più indebitati a ridurre il rapporto tra debito e Pil. «Nel 2019 l'orientamento della politica di bilancio dell'area è appropriata ma dato che l'economia si espande, i Paesi con alto debito devono assicurare che il rapporto debito/pil si riduca in misura significativa migliorando ulteriormente la posizione di bilancio», ha indicato l'Ocse. L'organizzazione, tra l'altro, ha puntato l'indice anche sulle banche dei Paesi più indebitato, che spesso detengono troppi titoli di stato in portafoglio. L'Ocse ha esortato una combinazione di politiche per indebolire ulteriormente il legame potenzialmente dannoso tra banche e debito sovrano. Questo mentre oggi la Camera ha approvato la risoluzione presentata da M5s e Lega al Documento di economia e finanza 2018. Il voto arriva dopo che il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha spiegato come la ripresa dell'economia italiana «prosegua a ritmi più contenuti» e serva «un’accelerazione» nei prossimi trimestri. Mentre Tria ha definito il calo debito «imprescindibile e necessario».

Recuperano le banche, strappa al rialzo Banco Bpm

A Piazza Affari le azioni delle banche hanno alla fine rialzato la testa, soprattutto quelle delle ex popolari. Hanno strappato al rialzo, come detto, le quotazioni di Banco Bpm, beneficiando dell'ipotesi riferita dal Sole 24 Ore su un'accelerazione sul processo di cessione degli Npl. L'istituto guidato da Giuseppe Castagna il 6 luglio dovrebbe ricevere le prime manifestazioni di interesse e potrebbe valutare la cessione di 3,5 miliardi di crediti in sofferenza, ma anche di un pacchetto più consistente per oltre 9 miliardi di euro. Banco Bpm potrebbe inoltre studiare anche la cessione della piattaforma che gestisce i crediti in sofferenza, sulla falsa riga delle operazioni realizzate da Intesa Sanpaolo e Unicredit. Hanno virato al rialzo anche le Banca Pop Er mentre fuori dal paniere principale ha di nuovo perso quota Banca Mps (-1,85%).

Fca in calo con galassia Agnelli, Cnh soffre nonostante consegna scuolabus
Sono andate giù le Fiat Chrysler Automobiles (-1,43%), insieme agli altri titoli della galassia Agnelli, che invece si erano distinti nelle ultime settimane. Così hanno perso quota nel corso della seduta le Ferrari (-1,57%), le Exor (-0,03%) e le Cnh Industrial (-3,12%). Quest'ultime nonostante ieri la società abbia consegnato in Brasile 900 scuolabus. Mediobanca ha ricordato che si tratta di una delle operazioni più importanti al mondo nel settore dei bus. Gli esperti di Piazzetta Cuccia hanno anche ricordato che per Cnh il business dei ‘truck’ nel 2017 ha rappresentato il 17% dei margini complessivi. Margini che negli ultimi tre anni sono stati giudicati deludenti proprio a causa dell'andamento negativo del mercato dell’America Latina. Mediobanca ha dunque reiterato la raccomandazione positiva su Cnh, visto che «la consegna di 900 bus in Brasile è una pietra miliare per Cnh, rappresentando oltre il 40% delle immatricolazioni cumulate in Brasile nei primi cinque mesi del 2018». Tra l'altro, hanno rimarcato ancora gli esperti, l'ebit di Cnh aveva già registrato un miglioramento a inizio anno: nel primo trimestre era salito a 49 milioni dai 17 del primo trimestre 2017. «Ci attendiamo un solido trend per i margini anche nel secondo trimestre», hanno aggiunto gli analisti di Mediobanca, che tra l'altro hanno ricordato che: «Cnh tratta a sconto: il rapporto tra enterprise value ed ebit atteso per il 2018 è di 8,3 volte, mentre la concorrente Deer ha un rapporto pari a 12 volte».

Telecom inverte la rotta dopo accordo con dipendenti e ipotesi scorporo rete
Telecom Italia
(+0,71%) ha ripercorso la via del rialzo imboccata ieri, nonostante in avvio avesse segnato un calo superiore all'1%. Dallo 7 maggio a due giorni fa hanno percorso senza tregua la strada del ribasso, lasciando sul parterre complessivamente il 22% del proprio valore. Ieri è emerso che i dipendenti del gruppo di tlc hanno accettato l’accordo siglato lo scorso 11 giugno tra i vertici dell’azienda e le rappresentanze sindacali. Accordo che prevede l’applicazione del contratto di solidarietà su circa 30mila dipendenti, oltre che il prepensionamento di circa 4.500 persone. Intanto Mediobanca ha confermato la raccomandazione di «Outperform», stimando un target di prezzo a 1,2 euro per le Telecom. Gli esperti di Piazzetta Cuccia contano che la separazione della rete, che sta portando avanti l’azienda, alla fine sfocerà anche la quotazione di una partecipazione di minoranza della società, sulla falsa riga di quanto l’azienda di tlc ha già fatto con la controllata Inwit. Secondo gli esperti di Piazzetta Cuccia non appena Telecom inizierà a dare indicazioni finanziarie sulla società della rete, scomparirà l'attuale sconto delle azioni rispetto ai competitor, Sconto che secondo Mediobanca si aggira attorno al 30%, considerando il rapporto tra enterprise value e ebitda stimati al 2019. Fuori dal paniere principale ha guadagnato anche Reno De Medici (+3,07%), le cui azioni sono state spinte dallo shopping in Spagna annunciato la scorsa settimana.

Dagli Usa arrivano voci di M&A per Autogrill, idem Recordati
Fuori dal listino principale, Autogrill ha chiuso con un guadagno del 4,06%, piazzandosi tra i titoli migliori. Gli acquisti sono arrivati dopo le indiscrezioni, riportate da Bloomberg, che ipotizzano la cessione da parte della società italiana di una partecipazione di minoranza della statunitense HmsHost, che gestisce ristoranti in 120 aeroporti in tutto il mondo. Indiscrezione che Autogrill però non ha confermato, spiegando che il suo cda «non ha avviato uno studio di fattibilità su nessuna operazione straordinaria». Ha corso anche Recordati (+2,66%9. A fare da traino al titolo sono state le indiscrezioni, riportate dal Financial Times, secondo cui il fondo di private equity Cvc sarebbe alle strette finali per rilevare una quota di controllo da oltre 3 miliardi di euro delle attività farmaceutiche del gruppo. Il Sole 24 Ore aveva anticipato già a metà maggio un interesse di Cvc per il gruppo italiano.

In Usa +5% nuovi cantieri a maggio, -4,6% permessi edilizi
A maggio, i nuovi cantieri edili avviati negli Stati Uniti sono aumentati più di quanto previsto dagli analisti, raggiungendo il livello più alto dal luglio 2007. I permessi richiesti per costruire, invece, hanno deluso gli esperti, avendo registrato un netto calo. Secondo quanto riportato dal dipartimento del Commercio statunitense, l'indice che misura l'avvio di nuovi cantieri ha registrato un rialzo del 5% al tasso annualizzato pari a 1,35 milioni di unità (gli analisti avevano previsto un +1,8%). I permessi per le costruzioni, che anticipano l'attività futura del settore edilizio, sono diminuiti del 4,6% a 1,301 milioni di unità (contro un consenso per un -0,1%). Il dato di aprile relativo ai nuovi cantieri è stato rivisto da 1,287 a 1,286 milioni di unità, quello sui permessi è stato rivisto da 1,352 a 1,364 milioni di unità. Nei primi cinque mesi del 2018, le costruzioni sono cresciute dell'11% rispetto allo stesso periodo del 2017.

Euro debole sotto 1,16 dollari, giù anche il barile di petrolio

Sul mercato valutario, l'euro è di nuovo sceso sotto la soglia di 1,16 dollari: a fine seduta passa di mano a 1,1581 dollari (1,1610 dollari ieri in chiusura). Vale inoltre 127,35 yen (128,27), mentre il dollaro-yen si attesta a 109,99 (110,46). Mentre si avvicina il meeting dell’Opec, in calendario venerdì, perde quota anche il valore del greggio: il Wti, con contratto di consegna ad agosto, vale 64,6 dollari al barile, in ribasso dell’1,85%, mentre il Brent cede lo 0,8% a 74,74 dollari.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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