TURISMO & SHOPPING

Cinesi in vacanza: l’Italia attrae più di Francia e Spagna

di Chiara Beghelli

(Fotogramma)

3' di lettura

Erano lontani i carri armati da piazza Tienanmen quando il 1° ottobre 1949 Mao Tze Tung vi issò la bandiera cinese celebrando la nascita della Repubblica Popolare. Cinquant’anni dopo quel giorno sarebbe stato dichiarato festività nazionale e data d’inizio della Golden week, la settimana di vacanze più lunga per i cinesi dopo il Capodanno e quella in cui tradizionalmente si viaggia, si va all’estero e si spende.
Secondo la China Tourism Academy un cinese su due si muoverà in questa settimana che quest’anno terminerà domenica 8 ottobre: 710 milioni di persone pronte a spendere 590 miliardi di renminbi, circa 75,4 miliardi di euro: sei milioni andranno all’estero e spenderanno buona parte del loro budget (il 27%) in shopping, privilegiando i Paesi che ne offrono di più e di miglior qualità.

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Stando ai dati della società Premier Tax Free, tra i leader nei servizi di tax free shopping, l’Italia è il Paese europeo dove questo tipo di shopping (tax free perché effettuato da turisti extra Ue che non devono quindi pagare Iva o altre tasse locali) è aumentato di più dall’inizio dell’anno (+24%). Nel 2016, secondo Bankitalia, i 280mila cinesi che hanno visitato l’Italia hanno speso 431 milioni di euro. Gli arrivi dalla Cina previsti per questa Golden Week sono in aumento del 17,7% rispetto al +11% della Francia e al +10% della Spagna. Nei primi otto mesi dell’anno, inoltre, in Italia lo shopping tax free di cinesi ha segnato +35% e vale un terzo del giro d’affari complessivo.

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«L’Italia è una meta privilegiata proprio grazie allo shopping – spiega Sara Bernabé, country manager Italia di Premier Tax Free –. Oggi i cinesi che comprano lusso amano l’artigianalità, la storia e i valori di un marchio, punti di forza del made in Italy. L’Italia è inoltre considerata un Paese più sicuro di altri, colpiti dal terrorismo. Infine, offriamo più e meglio di altri la dimensione dell’esperienza: occasioni di intrattenimento, ristoranti, un paesaggio magnifico, tutti aspetti che interessano soprattutto i più giovani, i Millennials e la Generazione Z, che costituiscono oltre la metà dei turisti cinesi in Europa».

Dall’inizio dell’anno, Milano, Roma e Firenze hanno registrato un boom dello shopping tax free cinese, con la capitale in testa (+48%), seguita da Milano (+42%) e Firenze (+35%), mentre Venezia è l’unica città ad aver registrato un calo, seppur limitato (-1,4%), «dovuto anche alle politiche di contenimento dei flussi turistici», spiega Bernabè. In ogni città i cinesi arrivano soprattutto per comprare borse e valigie in pelle, settore in cui il nostro Paese ha il primato europeo con il 54% delle preferenze. Lo stesso vale per gioielli e in particolare orologi, Per l’abbigliamento siamo invece al secondo posto dopo la Francia, che ci supera anche per la spesa media: 1.686 euro, secondo la rilevazione di Premier Tax Free dall’inizio dell’anno, contro 1.052. Un valore comunque molto più alto dei 661 euro spesi in Spagna e dei 399 in Gran Bretagna. «Lo scontrino è più alto in Italia e Francia anche perché in questi Paesi è fissata una soglia minima di spesa per ottenere il rimborso dell’Iva, che in Italia è 155 euro», prosegue Bernabé.

Lo scontrino potrebbe aumentare : «Dobbiamo migliorare la comunicazione con la cultura e i negozi dovrebbero colmare alcune carenze tecnologiche. I cinesi amano usare lo smartphone per lo shopping, soprattutto il QR code, con cui ricevono informazioni in store ed effettuano pagamenti, uno strumento ancora molto raro da noi».

Un ottimo motivo per promuovere l’impegno su cultura e innovazione è che i più appassionati di shopping digitale sono i giovani cinesi, il target più appetibile per il made in Italy di alta gamma: secondo Bain & Co. oggi i cinesi che comprano lusso hanno in media 33 anni e nel 2020 i ¾ dei consumatori di alta gamma apparteranno alle fasce di età più basse (si veda Il Sole 24 Ore del 22 settembre).

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