oil & gas

Nuovo Pignone investe 12 milioni nel sito di Massa

di Silvia Pieraccini

3' di lettura

Nuovo Pignone riporta “in casa”, nello stabilimento di Massa, la produzione di componenti strategici dei compressori centrifughi finora realizzati da fornitori esterni basati soprattutto in India e Cina, e lo fa grazie alle tecnologie di Industria 4.0. La nuova linea di produzione dei pannelli di tenuta gas, inaugurata ieri nello stabilimento toscano esteso su 350mila metri quadrati - uno dei cinque italiani che fanno capo al colosso Bhge (nato dalla fusione delle americane Baker Hughes e Ge Oil&Gas), leader nell'industria del gas e del petrolio – è totalmente automatizzata: si “entra” con un disegno tridimensionale, si “esce” con una centralina testata e certificata.

Il “cuore” della nuova linea è un robot che, partendo da una barra d’acciaio di sei metri, produce tubi del diametro di 2,5 centimetri, che poi taglia, testa e piega secondo il disegno predisposto dagli uffici tecnici, in modo da essere pronti da montare, riducendo di 15 volte i tempi di realizzazione, abbattendo le possibilità di errore e migliorando la qualità. Finora questo lavoro veniva fatto in India e Cina da operai specializzati, i cosiddetti “primaristi”.

Loading...

«È vero che in India e in Cina la manodopera costa meno – spiega Davide Marrani, vicepresidente Manufacturing del business turbomachinery di Bhge – ma la disponibilità di questa automazione spinta, unita alla re-ingegnerizzazione del prodotto, adesso ci ha permesso di essere competitivi anche in Italia e di riportare la produzione “in casa”, assumendo nuovo personale». La linea di produzione si compone poi di una piattaforma mobile di montaggio (unica negli stabilimenti Nuovo Pignone), che facilita il lavoro degli addetti, e di una cabina per le prove di tenuta gas dotata di telecamere ad alta definizione, e si trova nell’ala appena ristrutturata secondo standard antisismici all’avanguardia.

L’investimento complessivo per la ristrutturazione dello stabilimento di Massa e l’installazione della nuova linea automatizzata è di 12 milioni di euro. «Ma altri dodici milioni li investiremo il prossimo anno per il banco-prova delle nuove turbine Lm9000», annuncia Massimo Messeri, presidente di Nuovo Pignone, spiegando che lo stabilimento di Massa si sta trasformando da “industria di ferro” (qui 15 anni fa si facevano soprattutto saldature) a “industria altamente tecnologica”: ormai è un centro di eccellenza per la revisione delle turbine a gas di derivazione aeronautica, che arrivano qui da tutto il mondo, e ha il più grande laboratorio di prova per turbine e compressori, oltre ad essere un centro per il packaging elettronico e meccanico dei grandi compressori (oltre le 100 tonnellate). Negli ultimi 15 anni a Massa è raddoppiata la capacità produttiva e sono aumentati gli addetti: oggi tra questo stabilimento e il vicino cantiere di Avenza di Carrara, in cui si assemblano moduli industriali per la generazione di energia elettrica, Nuovo Pignone dà lavoro a 1.600 persone tra diretti e indiretti, aumentati di 200 unità negli ultimi tre anni.

L’investimento di Bhge-Nuovo Pignone soddisfa il presidente della Regione, Enrico Rossi, che ieri ha tagliato il nastro accanto a Messeri: «Questo gruppo produce una fetta importante del Pil toscano – ha sottolineato Rossi – e continua ad assumere in un’area dove ci sono forti problemi occupazionali». Tra gli obiettivi futuri, c’è un altro investimento in un’area di forte crisi: quello che Nuovo Pignone ha in programma a Piombino, su 200mila metri quadrati all’interno del porto, dove nascerà entro metà 2019 un cantiere destinato all’assemblaggio di moduli industriali per la generazione della compressione a gas. Per la Toscana il Nuovo Pignone è un investitore da assistere con cura.

Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti