coesione sociale

A Milano non solo ricchezza: in difficoltà 19mila minori

di Giovanna Mancini

4' di lettura

Dietro l’immagine di città veloce – una città che sale, si trasforma e si rinnova – Milano deve fare i conti con il suo volto meno appariscente e lusinghiero, fatto di periferie carenti di servizi e sacche di povertà. Due immagini che stridono ma convivono, come accade in tutte le grandi metropoli mondiali. C’è la Milano motore economico dell’Italia, con il reddito pro capite tra i più alti del Paese: è la Milano della finanza e della moda, della Scala e dei grattacieli avveniristici. Ma c’è anche una Milano in cui 19.700 minori (uno su dieci) vivono in condizioni di povertà assoluta.

Per questo la Fondazione Cariplo ha scelto proprio Milano per far partire il suo progetto QuBì contro la povertà infantile, lanciato un anno fa. Il primo passo è stata la mappatura del fenomeno povertà a Milano, necessaria per partire ed elaborare le azioni di intervento: «Per essere efficaci servono metodo e conoscenza puntuale della situazione – ha detto il presidente di Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti –. Conoscenza approfondita, attivazione delle reti, risorse economiche, coinvolgimento della città a tutti i livelli». Un intervento di sistema, «per creare un modello di azione che sia poi esportabile anche in altre città», spiega Monica Villa, vice-direttore dell’area Servizi alla persona della Fondazione, che segue da vicino il progetto.

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Intervento integrato

Si tratta di uno dei quattro progetti “intersettoriali” della Fondazione, che dal 2016, oltre a sostenere progetti terzi con le proprie risorse economiche e gestionali, si fa anche promotrice essa stessa di programmi “interdisciplinari”, in cui le esperienze e le competenze messe a punto in questi anni nei diversi settori di intervento (Ambiente, Arte e cultura, Ricerca scientifica, Sociale) vengono integrate per affrontare le sfide più difficili, come appunto la lotta alla povertà, o la riqualificazione delle periferie. «Non pretendiamo di risolvere i problemi – dice il direttore generale Sergio Urbani –: il nostro ruolo è innescare innovazione e attivare percorsi, fungendo da stimolo e mettendo in connessione le realtà, le capacità e le risorse presenti sul territorio, dalle istituzioni al terzo settore ma anche, sempre di più, cercando di coinvolgere il mondo delle imprese». Per il prossimo anno la Fondazione ha messo a preventivo erogazioni per circa 180 milioni di euro a beneficio di circa 1.200 iniziative, in linea con il 2017.

Appello ai privati

Proprio al mondo delle imprese la Fondazione fa ora appello per completare il progetto QuBì: un programma ambizioso, che prevede l’erogazione di 25 milioni di euro in tre anni. Finora sono stati raccolti 20,3 milioni, di cui 12 a carico della stessa Fondazione Cariplo, 5 di Fondazione Vismara, 3 di Intesa Sanpaolo e 300mila euro di Fondazione Fiera Milano. «Cerchiamo compagni di viaggio per raccogliere i 4,7 milioni mancanti e per portare nuove idee ed energie – dice Monica Villa –. Li cerchiamo soprattutto nel mondo del Profit, delle aziende, ma anche dei cittadini di Milano». La parola d’ordine del progetto del resto, fa notare Villa, è ricomposizione. «Ricomposizione delle risorse e delle capacità di reazione di questa città, che sono moltissime». Milano ha un tessuto ricco e vivace di realtà del terzo settore, ma non sempre il coordinamento funziona in modo efficace e organico. Il ruolo della Fondazione, dunque, è anche quello di connettere queste realtà e «ricomporre», appunto, il mosaico delle risorse, delle iniziative e delle competenze esistenti nella città.

Le fasi del progetto

Avviato a inizio anno, QuBì entra ora nel vivo. «La prima fase è stata dedicata soprattutto alla raccolta e alla lettura dei dati – spiega ancora Monica Villa –. Un lavoro tutt’altro che semplice, partito dall’analisi di 21 database pubblici locali su altrettante misure a sostegno delle famiglie povere in città, incrociati con l’anagrafe cittadina, per realizzare una mappa il più possibile dettagliata della povertà a Milano, anche individuandone la distribuzione sul territorio». Sono stati così rilevate 55mila persone in condizioni di povertà assoluta, ovvero i beneficiari raggiunti da queste misure nel 2016, per un totale di circa 19.200 famiglie, di cui oltre 9.400 con almeno un minore. «Il prossimo passo sarà una fotografia che comprenda anche le persone non raggiunte dall misure», aggiunge Villa.

Le iniziative già partite si sono focalizzate sull’urgenza più immediata, quella alimentare. Tra queste, in collaborazione con Caritas Ambrosiana, l’apertura di un Emporio alimentare in Zona 8, con l’idea di attivare iniziative analoghe in tutte le zone della città in cui ce ne sia bisogno. La partnership con il Banco alimentare per la creazione dei primi hub sul territorio. Il sostegno al progetto Ristorante Solidale Ruben promosso da Fondazione Pellegrini, a cui sono collegati anche progetti di autonomia abitativa e lavorativa. Con il nuovo anno, infine, entrerà nel vivo la collaborazione con il Comune di Milano per «sostenere e accompagnare» la misura nazionale Rei (Reddito di Inclusione), che a Milano vede, considerando solo le famiglie con minori, un bacino potenziale di 6.600 nuclei.

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