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Banca Mondiale: «Più crescita in Asia, ma rischio guerra in Corea»

dal nostro corrispondente Stefano Carrer

(Bloomberg)

1' di lettura

TOKYO - La Banca Mondiale ha alzato le sue previsioni sulla crescita economica nell'Asia emergente, ma ha avvertito con un insolito linguaggio esplicito che su questo positivo outlook si stagliano vari rischi “downside”, primo fra tutti il pericolo che le tensioni geopolitiche in corso «sfocino in un conflitto armato» incentrato sulla penisola coreana. È la prima volta che il fattore-Corea del Nord viene citato esplicitamente come rischio primario in uno dei principali report economici globali. Una eventuale guerra, si sottolinea, intaccherebbe i flussi commerciali e l'attività economica globali, e la conseguente volatilità dei mercati avrebbe un impatto negativo sulle prospettive di espansione economica, con deflusso di capitali dai mercati emergenti, turbolenze valutarie e rialzi dei tassi di interesse.

Tra gli altri elementi potenzialmente negativi, sono citate le crescente spinte protezionistiche e di nazionalismo economico, ma anche gli effetti di eventuali accelerazioni delle politiche di irrigidimento monetario in Usa ed Europa.

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Nel suo ultimo East Asia and Pacific Economic Update, la World Bank pronostica una crescita del 6,4% per quest'anno, contro il +6,2% ipotizzato sei mesi fa. Un miglioramento legato a una stima più favorevole della della congiuntura cinese e a un inatteso recupero dei prezzi delle materie prime. La Cina è ora attesa in crescita quest'anno del 6,7%, 0,2 punti percentuali in più rispetto alle stime di aprile; il Pil cinese dovrebbe però ridimensionarsi a un +6,4% nel 2018, contribuendo a una decelerazione regionale complessiva al +6,2%. Miglioramenti delle previsioni anche per Thailandia e Vietnam.

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