il presidente della catalogna

Catalogna, governo spaccato sulla dichiarazione d’indipendenza

Il presidente catalano Carlo s Puidgemont (Ap)

3' di lettura

Il presidente catalano Carles Puigdemont ha convocato questa sera una riunione straordinaria del Governo regionale. Alla riunione partecipano anche i leader della coalizione Junts Pel Sì. Secondo La Vanguardia, le divergenze sulla risposta alla minaccia di commissariamento di Madrid «portano il governo sull’orlo della crisi». «Non perdiamo tempo con chi ha già deciso di distruggere l’autogoverno della Catalogna», ha dichiarato Puigdemont su Instagram. «Andiamo avanti!», ha concluso. Le tensioni tra i partiti di governo sono molto alte: quelli più a sinistra premono per una dichiarazione unilaterale di indipendenza, mentre le forze centriste guidate dall’ex presidente Artur Mas frenano. Il presidente catalano deve annunciare domani davanti al Parlament che strada ha scelto di imboccare. E con lui i 7,5 milioni di catalani. Il Parlament si riunirà alle 16. Le risoluzioni saranno votate venerdì, forse anche la proclamazione della «Repubblica». Prima del blitz di Madrid. La tensione è altissima.

Il ministro di Rajoy: «Non sarà un Vietnam»
Il governo di Madrid scommette comunque su una resistenza moderata della piazza e dell’amministrazione in Catalogna al commissariamento che dovrebbe scattare dopo il voto del senato venerdì, secondo quanto riferisce la stampa catalana. Un ministro ha detto ai cronisti nei corridoi del Congresso che la reazione alla attivazione dell’articolo 155 dovrebbe durare solo una settimana circa e «non sarà un Vietnam» per l’esecutivo spagnolo. Madrid, secondo Naciò Digital, non prevede scioperi prolungati, sabotaggi o «siluri» alla nuova amministrazione. Secondo la fonte, potrebbe essere «un malessere passeggero che si diluirà mentre si imporrà la nuova realtà». La resistenza alla presa di controllo dei Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, dovrebbe essere pure contenuta, ritengono. «È un corpo con forte spirito di gerarchia, gli agenti seguiranno la catena di comando». La convinzione è anche che i funzionari catalani «non si giocheranno la carriera: i funzionari sono funzionari».

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Ricorso all’Alta Corte
Intanto i gruppi dei partiti indipendentisti catalani Pdecat e Erc al senato di Madrid hanno presentato un ricorso alla corte costituzionale spagnola chiedendo come misure cautelare il blocco della procedura per l’adozione dell’articolo 155 della costituzione sul commissariamento della Catalogna.
Secondo i senatori dei due partiti, la procedura attivata dal governo comporta diverse irregolarità e viola i diritti delle minoranze tutelati dall articolo 23 della costituzione.

Nessun discorso in Senato
Resta dunque alta la tensione tra Madrid e Barcellona. Alla vigilia del voto del Senato spagnolo sulla sospensione dell’autonomia della Catalogna, il presidente separatista catalano si è rifiutato di parlare davanti all’assemblea. «Il presidente Puigdemont non si recherà giovedì in Senato», ha indicato un portavoce della presidenza regionale, precisando che si tratta di una risposta all’annuncio del governo spagnolo che la presa di controllo della Catalogna non è sindacabile. Puigdemont era stato invitato a parlare al Senato per replicare alla misura del governo centrale e ieri aveva annunciato che avrebbe risposto positivamente all’invito, lasciando sperare in un riavvicinamento delle posizioni. Oggi, però, il primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy, ha parlato al Congresso, assicurando che la sospensione dell’autonomia della Catalogna è ormai «la sola strada percorribile».

La guerra delle manifestazioni
Intanto gli opposti schieramenti si fronteggiano a colpi di cortei. L’Assemblea Nazionale Catalana (Anc), la principale organizzazione della società civile indipendentista, ha per esempio convocato una grande manifestazione venerdì a Barcellona nell’ipotesi di una proclamazione della «Repubblica». La manifestazione è prevista dalle 17 davanti alla sede del Parlamento catalano che potrebbe quel giorno dichiarare l’indipendenza. Domenica, invece, ci sarà una grande manifestazione contro l’indipendenza della Catalogna, convocata per dall’organizzazione unionista Società Civile Catalana (Scc). Centinaia di migliaia di persone, venute anche dal resto della Spagna, avevano partecipato il 7 ottobre alla prima manifestazione unionista a Barcellona.

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