Trump si allea con l’Unione europea contro l’acciaio cinese
dal nostro inviato Gianluca Di Donfrancesco
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BUENOS AIRES - Nulla unisce più di un “nemico” comune. Vale anche per Usa e Ue che, sebbene ormai ai ferri corti su tutto, sono riusciti a trovare un punto d’intesa nel contrasto alle politiche di dumping della Cina. Come già accade sulla questione del suo mancato riconoscimento come economia di mercato.
Oggi, Unione europea e Stati Uniti, insieme al Giappone, ai margini del vertice Wto di Buenos Aires, sottoscrivono una dichiarazione congiunta che li impegna ad affrontare la sovracapacità produttiva - alimentata da sussidi illegali, finanziamento pubblico e società di Stato - in settori chiave come l’acciaio.
La notizia è stata anticipata dal Fianacial Times ieri e confermata da una fonte vicina ai negoziati. Bruxelles e Tokyo fanno così un passo verso Washington e cercano di tirarla fuori dall’isolamento in cui si sta chiudendo, almeno su temi sui quali è facile una convergenza d’interessi. La dichiarazione condanna anche quelle discipline nazionali che, come in Cina, costringono gli investitori esteri a condividere la propria tecnologia con partner locali.
Nel suo intervento alla plenaria di lunedì, il rappresentante Usa al Commercio, Robert Lighthizer, aveva appunto fatto riferimento alla sovraproduzione di alcuni Paesi e al ruolo distorsivo dei mercati giocato dalle società di Stato. Non aveva citato espressamente la Cina, come non lo fa la dichiarazione congiunta a tre. Ma non ce n’è bisogno. L’export di alluminio e acciaio cinese “sottocosto” è uno dei cavalli di battaglia preferiti dalla Casa Bianca.
Finora l’amministrazione Trump aveva affrontato la questione con una salva di azioni antidumping unilaterali e criticando la Wto. Ora Bruxelles cerca di ricondurre gli Usa nell’alveo della Wto, all’interno di una cooperazione trilaterale.
È un segnale importante, dopo il coro di critiche che nei giorni scorsi si è levato contro gli Usa da Buenos Aires. Un segnale che potrebbe anche preludere a un miglioramento del clima dei lavori della conferenza, anche se fino a lunedì sera le parti restavano molto distanti. Ed è uno schiaffo alle ambizioni di Pechino di proporsi come nuovo campione del multilateralismo.