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I dazi di Trump non fanno bene all’America

di Giorgio Barba Navaretti

(Reuters)

3' di lettura

L’aumento dei dazi su acciaio ed alluminio annunciato dagli Usa non può che essere identificato come un atto di ottuso solipsismo.

Il solipsismo, dal dizionario “atteggiamento filosofico secondo il quale il soggetto pensante non può affermare che la propria individuale esistenza in quanto ogni altra realtà si risolve nel suo pensiero”, ben definisce l'incapacità di Trump di valutare le conseguenze delle sue azioni. Sia sul proprio paese che sul resto del mondo.

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La traslazione in chiave nazionalista del tema, con una difesa delle frontiere e dell'industria domestica attraverso l'innalzamento dei dazi, non solo danneggia i partner e gli alleati tradizionali degli Stati Uniti, ma non sarà di alcun beneficio per l'economia americana.

Il primo indice dell'ottusità trumpiana è l'incapacità di comprendere che il commercio internazionale è fondato su un più o meno esplicito accordo di cooperazione multilaterale tra tutti i paesi, sancito formalmente dall'istituzione della WTO e dalle sue regole. Accordo basato su una convergenza di interessi, che porta la maggioranza dei paesi del mondo a considerare il libero scambio come l'opzione più preferibile. Se viene meno questa convergenza di interessi o vengono minate le istituzioni che governano il libero scambio (WTO), lo scenario alternativo non è uno di protezionismo blando, diciamo qualche dazio un po' sfumato. Lo scenario alternativo è che a tutti converrà alzare le barriere. Vedi infatti la reazione dell'Unione Europea con la promessa di una rapida rappresaglia. Saranno dazi seri, non sfumati.

Ma a Trump questo non importa. In un commento ancor più rivelatore del suo ottuso solipsismo dichiara circa questo: “le guerre commerciali sono un buona cosa. Se un paese (gli Usa) ha un deficit di 100 miliardi con un altro paese, se non commercia più vince alla grande, è facile”. Quel che Trump dimentica è che chi perde non è solo il paese che non esporta più, ma anche quello che non importa più. Si importa perché i beni importati sono meno cari, di migliore qualità di quelli domestici. L'acciaio americano costerà di più e probabilmente sarà di minore qualità di quello importato. Chi ne pagherà le conseguenze? Soprattutto l'industria americana per cui l'acciaio è un input fondamentale. L'esito finale delle guerre commerciali è l'autarchia. Abbiamo imparato da tempo che è meglio starne alla larga.

Altro problema del solipsismo è l'incapacità di distinguere gli amici dagli avversari. La questione dell'acciaio in occidente nasce dall'eccesso di capacità produttiva soprattutto in Cina. Unione Europea e Stati Uniti stanno sulla stessa barca e il loro obiettivo comune è di contenere insieme l'espansionismo cinese. Le azioni antidumping degli ultimi anni sono comunque già riuscite a flettere le esportazioni dall'impero di mezzo, che oggi contano per una quota piccola dell'acciaio importato dall'America. I maggiori esportatori davvero danneggiati dai dazi saranno Germania, Canada, Brasile. Risultato, si colpiscono gli alleati e si distoglie l'attenzione dalla questione cinese.

Altra ottusità. Non capire le fratture che queste azioni possono creare in questo momento storico. Banalmente, ecco un commento sul Financial Times all'annuncio che l'Europa risponderà ai dazi trumpiani. Chi scrive, si firma “Brexit to victory” e dice: “E' fantastico, potremo evitare il protezionismo europeo. Un accordo commerciale con l'America significherà che saremo protetti dai dazi americani; loro daranno sempre un buon trattamento alla Gran Bretagna, perché amano la loro nazione madre”. Evviva, diamo la stura ai peggiori lunatici!

Infine, forse la più grave delle ottusità, perdere il senso delle proporzioni. Trump introduce i dazi invocando un problema di sicurezza nazionale. Gli accordi globali sul commercio permettono di aumentare i dazi in caso di guerra o seria minaccia alla sicurezza nazionale. Ma questa clausola non è mai stata invocata, proprio per timore che potesse essere utilizzata in modo sconsiderato, senza ragione, con pericolose reazioni a catena. È una specie di opzione nucleare sul commercio internazionale. Invocarla per un tema tutto sommato minore è davvero pericoloso.

Si dirà, Trump non è solipsista, guarda e con molta attenzione alla pancia dei propri elettori. Vero. Ma in un mondo così complesso mi pare un ennesimo gesto di straordinaria ottusità.

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