LA VISITA DEL PREMIER LI A TOKYO

Cina-Giappone, va in scena il disgelo tra hotline e animali rari

di Stefano Carrer

(REUTERS)

3' di lettura

Mentre in Medio Orente aumentano le tensioni, in Asia orientale - dopo la distensione tra le due Coree e quella ,sia pure ancora precaria in attesa del vertice Kim-Trump, tra Corea del Nord e Stati Uniti - arriva la distensione tra Giappone e Cina.

L’ha sancita oggi la visita di Stato a Tokyo del premier Li Keqiang - a margine di una trilaterale con la Corea del Sud - , che si è tradotta in una serie di accordi che portano le relazioni tra i due Paesi in una fase potenzialmente più costruttiva, al termine di un lungo e frammentato percorso che segue il picco negativo del 2012 (quanto Tokyo «nazionalizzò» alcune isolette contese). Uno sviluppo positivo che coincide con le celebrazioni per i 40 anni del Trattato bilaterale di amicizia la cui firma fu contemporanea all’apertura della Cina alla stagione delle riforme economiche. Ecco i principali punti che traducono in atto il miglioramento dei rapporti tra le due maggiori economie asiatiche, attribuito dagli analisti a vari fattori, tra cui il rafforzamento della posizione interna del presidente Xi Jinping e la volatilità - coniugata a tendenze protezioniste - dell’America di Donald Trump.

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HOTLINE MILITARE - In una cerimonia pubblica al termine del loro incontro, i premier Abe e Li hannopresenziato alla firma di un accordo per costituire una «hotline» tra alti esponenti militari per comunicazioni dirette in casi di emergenza riguardanti navi o velivoli militari. Una intesa su cui si negoziava da 10 anni, raggiunta solo dopo un compromesso che non fa riferimento al Mar Cinese orientale, dove si trovano le isole Senkaku (chiamate Diaoyu dai cinesi), oggetto del contenzioso territoriale e di potenziali incidenti in grado di provocare una pericolosa escation militare. Si profilano anche incontri a cadenza regolare tra alti esponenti della Difesa e un meccanismo per comunicazioni navali in mare.

APERTURA A INVESTITORI GIAPPONESI. La Cina accetta per la prima volta di conferire al Giappone una quota da 200 miliardi di yuan (31,4 miliardi di dollari) per l’acquisto di azioni, obbligazioni e altri asset cinesi nel quadro del programma RQFII (Renmimbi Qualified Foreign Institutional Investor) costituito nel 2011 per consentire a investitori finanziari esteri di utilizzare yuan offshore per l’acqusto di securities nella Cina continentale.

SWAP VALUTARIO. Sarà riesumato un accordo di swap valutario tra yuan e yen da utilizzare in eventuali casi di emergenza, che era stato lasciato cadere alcuni anni fa.

POST-FUKUSHIMA. E’ stato concordato di istituire una commissione di esperti per arrivare a una abrogazione o un allentamento del bando cinese all’importazione di prodotti alimentari dall’area di Fukushima, introdotti dopo il disastro nucleare del 2011.

SOCIAL SECURITY. Viene predisposto un accordo bilaterale sulla sicurezza sociale, per evitare la doppia imposizione per gli expat giapponesi in Cina e quelli cinesi in Giappone.

INFRASTRUTTURE IN ASIA. Si profila un primo avvicinamento del Giappone al maxipiano cinese “One Road, One Belt” per lo sviluppo di infrastrutture dall’Asia all’Europa: sarà lanciata una commissione pubblico-privata che studierà il coinvolgimento giapponese in specifici progetti di cooperazione in Paesi terzi.

VISITE RECIPROCHE. Appare sostanzialmente concordata una prossima visita di Shinzo Abe in Cina, che sarà reciprocata l’anno prossima dal presidente Xi Jinping. Xi, comunque, dovrebbe limitarsi ad arrivare a Osaka al G20 del 2019.

DIPLOMAZIA DEGLI ANIMALI RARI. La Cina donerà al Giappone due animali scomparsi dal territorio del Sol levante: esemplari di ibis crestati, il cui nome scientifico è Nipponia nippon, ma che in libertà sono spariti dal territorio nipponico. Per la verità, i giapponesi sperano ancora di più nel dono di nuovi panda giganti. Ma per questo bisognerà probabilmente aspettare il consolidamento delle migliorate relazioni tra le due potenze asiatiche, che restano sostanzialmente rivali e sospettose l’una dell’altra.

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