Quattro i principAli candidati alle presidenziali

Venezuela: Maduro e i suoi sfidanti

di Roberto Da Rin

(AFP)

2' di lettura

Ecco i principali candidati alle elezioni presidenziali in Venezuela, peraltro boicottate da gran parte dell’opposizione e il cui esito appare scontato.

Nicolas Maduro
55 anni, è l’attuale presidente del Venezuela e candidato per il Gran Polo Patriottico è il favorito. È stato ferrotranviere nell’azienda della Metropolitana di Caracas, sindacalista, deputato dell’Assemblea costituente, ministro degli Esteri, Vice Presidente e poi Presidente del Venezuela ad Interim dopo la morte di Hugo Chavéz. Nicolas Maduro è Presidente dal 2013 battendo il principale candidato dell'opposizione, Henrique Capriles Radonsky. Ottenne il 50,7% dei voti, contro il 49,1%, con un margine di circa 234 mila voti. La partecipazione fu alta, circa l'80% degli aventi diritto. Non ha mai avuto il carisma del suo predecessore Chavez. La figura di Nicolas Maduro emerge in Venezuela durante un periodo privo di proposte politiche e di profonda crisi economica, ma è stato beneficiato dall'appoggio di Chavez.

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Henri Falcón

57 anni, militare e avvocato, è stato governatore dello stato di Lara nella regione più popolata del Paese ed è un ex funzionario del partito chavista. Poi si è allontanato dal governo bolivariano, accusando il partito di essere indebolito dalla burocrazia e dal clientelismo. Oggi è il leader del partito Avanzata Progressista. Promette di “dollarizzare” l’economia. Appartiene al settore più dialogante dell'opposizione del suo Paese. La sua candidatura contro Maduro gli è valsa l'espulsione dall'opposizione, raggruppata nella Mesa de la Unidad Democrática (Mud), che boicotterà il voto perché ritiene queste elezioni una farsa. Secondo alcuni, Falcón, è un “agente segreto del chavismo” che punta a legittimare la corsa presidenziale per far vincere Maduro. Il Segretario dell'Osa, Luis Almagro, ha affermato che la candidatura di Falcón sarebbe uno strumento del governo bolivariano per dividere l'opposizione.

Javier Bertucci

49 anni, pastore evangelico, filantropo e uomo d’affari venezuelano. È il leader del movimento “Esperanza por el cambio”. Fondatore della chiesa Maranatha,(una congregazione religiosa con oltre 16.000 seguaci in America Latina impegnata socialmente attraverso l'Associazione civile ‘El Evangelio Cambia'), Bertucci cerca di capitalizzare il malcontento popolare; può parlare per ore, invoca l'amore e dice che ha il mandato divino di cambiare la storia. Nel 2016 è stato implicato nella scandalo dei Panama Papers con l'accusa di capitanare una società valutata 5 milioni di dollari. Lui ha smentito.
Ha promesso la distribuzione di 6 milioni di piatti di zuppa. La sua Chiesa sarà la sua struttura politica: “Farò quello che ho fatto in questi dieci anni: camminare tra le persone più povere, abbracciare, consolare, portare speranza”.

Reinaldo Quijada

58 anni, leader dell'organizzazione Unidad Política Popular 89 (UPP89) è un ingegnere elettronico, difensore del “processo rivoluzionario”. Ha sostenuto Hugo Chávez dal 1992 ma poi si è opposto al nuovo presidente Nicolas Maduro. L'ex chavista invece è contro la dollarizzazione proposta da Falcón, e propone un modello nazionalista. Ha promesso di portare a termine il “processo rivoluzionario del presidente Chávez” riproponendo la sovranità monetaria e rilanciando l'autonomia del Banco Central de Venezuela (BCV).

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