il conflitto nel donbass

Donetsk, ucciso il leader separatista Zakarchenko. Mosca accusa l’Ucraina

di Antonella Scott

(REUTERS)

2' di lettura

La crisi nel Donbass ucraino, mai risolta eppure relegata da lungo tempo ai margini dell’attualità, citata in ogni summit senza mai riuscire a produrre passi avanti, torna bruscamente in primo piano. Aleksandr Zakharchenko, un ex elettricista divenuto nel novembre 2014 leader della repubblica separatista di Donetsk, è rimasto ucciso venerdì in seguito a un’esplosione, presto definita «atto terroristico» dagli organi di informazione locali. E «vile assassinio», da Vladimir Putin, che non ha tardato a commentare, avvertendo che dietro la morte di Zakharchenko potrebbe esserci un tentativo di destabilizzare la regione. «Coloro che scelgono la strada del terrore, della violenza, dell’intimidazione - è scritto sul sito del Cremlino - non intendono cercare una composizione pacifica del conflitto, non vogliono un vero dialogo con gli abitanti» delle regioni sud-orientali.

Zakharchenko, che aveva 42 anni e lavorava come elettricista nelle miniere del Donbass, venerdì si trovava nel cafè “Separ”, nel centro di Donetsk, non lontano dalla propria abitazione. Il locale - scrive il giornale russo Vedomosti - sarebbe di proprietà del capo della sicurezza di Zakharchenko. «Ci sono tutte le basi per ritenere che dietro il suo assassinio ci sia il regime di Kiev, che più di una volta si è servito di metodi simili per eliminare persone non allineate e scomode», ha commentato da Mosca Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo. Alcune persone sarebbero già state arrestate: tra queste una delle guardie del corpo di Zakharchenko. Il Comitato investigativo russo ha annunciato l’apertura di un’inchiesta per terrorismo internazionale.

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Insieme a Luhansk, Donetsk è una delle due regioni che dal 2014 vivono di fatto distaccate dall’Ucraina, in seguito a un conflitto la cui responsabilità Kiev attribuisce alla Russia che ha sempre smentito di essere direttamente coinvolta, malgrado appoggi apertamente i separatisti.

Secondo l’agenzia russa Interfax, che cita una fonte separatista, Zakarchenko avrebbe subito ferite letali, e sarebbe poi deceduto in ospedale. Nel suo ruolo di leader della regione era stato confermato in un referendum locale, malgrado si ritenga che ci sia stata Mosca dietro la scelta. Tra alcuni feriti un altro dirigente separatista, Aleksandr Timofeev, responsabile per le Finanze della regione di Donetsk.

«Invece di realizzare gli accordi (di pace) di Minsk - ha detto ancora Maria Zakharova - e di cercare la strada per regolare questo conflitto interno, il partito della guerra di Kiev dà attuazione a uno scenario terroristico, aggravando una già complessa situazione nella regione. Rinunciando a rispettare gli impegni di pace, evidentemente, hanno deciso di passare al massacro».

A Kiev l’interpretazione dell’attentato cambia:  i servizi di sicurezza ucraini lo attribuiscono a uno scontro tra i separatisti e i loro sponsor russi. «Tutte le accuse provenienti da parte russa sono false», ha dichiarato la portavoce Elena Gitlyanskaya. Un’altra ipotesi potrebbe essere legata al mondo del business. «Ma non escludiamo - ha detto Igor Guskov, responsabile dei servizi interni ucraini - un tentativo dei servizi segreti russi di eliminare una figura piuttosto detestata che, secondo informazioni in nostro possesso, dava fastidio ai russi».

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