udienza ai comuni anci della rete sprar

Papa: «Le città attuino politiche di integrazione per i migranti»

di Vittorio Nuti

(EPA)

2' di lettura

Città aperte, nel senso dell'accoglienza e dell'attenzione agli ultimi, senza i «sensi unici dell'individualismo esasperato» che «dissociano l'interesse privato da quello pubblico». È il sogno di Papa Francesco espresso oggi a una delegazione Anci di circa 200 sindaci di Comuni italiani impegnati nell'accoglienza di profughi e migranti. La “città ideale” descritta dal Pontefice «non sopporta nemmeno i vicoli ciechi della corruzione, dove si annidano le piaghe della disgregazione» e «non conosce i muri della privatizzazione degli spazi pubblici, dove il “noi” si riduce a slogan, ad artificio retorico che maschera l'interesse di pochi».

Appello del Papa: accogliamo migranti a braccia aperte

23mila migranti in rete Sprar, coinvolti 1.000 Comuni
Per costruire “città aperte”, ha spiegato Francesco, «serve un cuore buono e grande nel quale custodire la passione del bene comune»: «Non si tratta di alzare ulteriormente la torre, ma di allargare la piazza». Che è un po' quello che hanno fatto i mille Comuni italiani (su oltre 8mila) interessati al progetto di accoglienza del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Ad oggi, le persone ospitate sono 23mila, cui viene offerto accompagnamento legale e sociale, percorsi di inclusione e inserimento socioeconomico, ha spiegato nel corso dell'udienza Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato Anci all'Immigrazione.

Loading...

Biffoni: «Sforzi vani senza rispetto impegni Stati Ue»
Nonostante i molti progetti di integrazione, le difficoltà non mancano. Il numero ridotto dei Comuni coinvolti si riflette infatti sui migranti effettivamente ospitati, «poco più di ventimila persone rispetto alle 200mila accolte oggi in Italia», mentre «giorno dopo giorno nelle nostre comunità cresce la diffidenza e il timore verso l'altro, l'indifferenza per i grandi drammi umanitari». Per evitarlo, ha chiarito Biffoni, «è necessaria una reazione univoca da parte di tutti, perché non si arrivi alla contrapposizione tra i bisogni e le aspettative della comunità residente e quelli delle persone richiedenti asilo». I sindaci non intendono «abdicare al nostro ruolo di referenti primi delle comunità e faremo la nostra parte, ma senza adeguate politiche internazionali e il rispetto degli impegni presi dai capi di Stato europei sulla ripartizione dei richiedenti asilo il nostro sforzo sarà vano», ha concluso Biffoni.

Papa ai sindaci: «Capisco disagio per migranti, ma superate paura»
«Un sindaco deve avere la virtù della prudenza per governare, ma anche la virtù del coraggio per andare avanti e la virtù della tenerezza per avvicinarsi ai più
deboli», ha replicato il Papa, che ha espresso anche comprensione per il disagio di molti cittadini «di fronte all'arrivo massiccio di migranti e rifugiati». Il disagio «trova spiegazione nell'innato timore verso lo ”straniero'”, un timore aggravato dalle ferite dovute alla crisi economica, dall'impreparazione delle comunità locali, dall'inadeguatezza di molte misure adottate in un clima di emergenza», ha aggiunto Francesco. Schierato al fianco dei Comuni Sprar, il Papa ha quindi sottolineato la necessità di «una politica dell'accoglienza e dell'integrazione, che non lasci ai margini chi arriva sul nostro territorio» ma valorizzi le risorse di tutti.

Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti