lo strappo dell’ex sindaco

Scontro Pisapia-Mdp, Speranza: «Alternativi al Pd con chi ci sta»

di Nicola Barone

(ANSA)

2' di lettura

Tensione ancora ai massimi dopo il plateale strappo di ieri tra Campo progressista e Mdp. «Non dirò mai una parola contro Pisapia ma ora conta costruire una piattaforma progressista alternativa al Pd di Renzi con tutte le forze che ci stanno», dice secco oggi il coordinatore di Articolo 1 Roberto Speranza al termine del coordinamento nazionale. «Basta parlare di nomi, non ci interessano dibattiti autoreferenziali». L'uscita dei deputati, una quindicina, che nel gruppo di Mdp si rifanno alle posizioni dell’ex sindaco di Milano non è all'ordine del giorno. Per adesso, non essendo ancora del tutto chiara la rotta dinanzi a Campo progressista.

D'Alema: con Pisapia penso che ci rivedremo
«Penso che con Pisapia ci rivedremo, in fondo abbiamo lo stesso obiettivo: ricostruire il centrosinistra sulla base di una netta e chiara discontinuità di
contenuti e di leadership, come ha detto Pisapia, perché questa è una sua citazione testuale» ha detto Massimo D'Alema a margine di un incontro a Milano.

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Pinotti: bene Pisapia, orientino tutta la sinistra
Arriva intanto il plauso del ministro della Difesa Roberta Pinotti a proposito dell'apertura a Matteo Renzi. «Nella storia della sinistra le divisioni non hanno portato bene, anzi hanno sempre consentito agli altri di vincere. Penso che le parole di Pisapia, in cui leggo la volontà di avere una sinistra di governo che possa ambire a governare il Paese, siano un orientamento a cui tutta la sinistra dovrebbe mirare». Per Pinotti nelle divisioni ciascuno può sottolineare un proprio pezzo di identità. «Ma l'esito finale è quello di fare vincere gli altri», chiude il ministro.

Falcone-Montanari, lista unica entro fine anno
Nel frattempo sono maturati «anche in altri le ragioni e la volontà di lavorare a una lista unica della sinistra». Dunque via libera, anche da parte degli animatori dell'assemblea del Brancaccio, al processo che dovrebbe portare al nuovo soggetto politico lontano dal renzismo. Tomaso Montanari ed Anna Falcone, all'indomani della rottura tra Mdp e Pisapia, fanno ai cronisti il punto piantando i propri paletti circa le prossime tappe di questo processo. Dicono no alle primarie e chiedono un coinvolgimento dal basso ricordando che le sigle esistenti rappresentano una «piccola parte» della sinistra italiana «che va costruita». Serve quello che «ancora non c’è»: un quarto polo distinto da destra, Pd e M5S, non dimenticanbdo che quanto accaduto negli ultimi mesi, dopo l'assemblea del Brancaccio, dove fu assente Giuliano Pisapia, ha dato loro ragione. «Quattro mesi e molte assemblee dopo a tutti è chiaro che era la strada giusta», afferma Montanari. Dopo la vittoria del 4 dicembre, osserva il professore, quell'unità «è andata oltre» malgrado il dibattito mediatico e politico, attacca riferendosi all'ex Sindaco di Milano, «sia stato tutto concentrato sui cambi di umore di un “leader” autodesignato e divisivo». Ora tutti al lavoro comune sul calendario e il metodo per arrivare a una lista unica entro la fine dell'anno pronta a presentarsi alle prossime elezioni.

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