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Mattarella: un dovere firmare le leggi, a meno che incostituzionali

(ANSA)

2' di lettura

Quando mi arriva una legge del Parlamento o un decreto legge «io, anche se non lo condivido appieno, ho il dovere di firmarlo, anche se la penso diversamente». C'è solo «un caso caso in cui posso - anzi devo - non firmare: quando arrivano leggi o atti amministrativi che contrastano palesemente, in maniera chiara, con la Costituzione». Lo ha spiegato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
rispondendo a domande di una delegazione di studenti delle superiori al Quirinale, senza fare riferimenti espliciti alla legge elettorale approvata oggi in via definitiva dal Senato.

Mattarella: guai se proprie idee prevalgono su Carta
«Non contano le mie idee, perché non è a me che la Costituzione affida il compito di fare le regole con le leggi o di guidare la macchina dello Stato, ma li affida ad altri: al Parlamento e al Governo. E io ho l’obbligo di firmare, perché guai se ognuno pensasse che le proprie idee personali prevalgono sulle regole dettate dalla Costituzione. La Repubblica non funzionerebbe più...”. ha aggiunto Mattarella. Sfumata l'idea di una protesta da portate fin sotto le finestre del Quirinale, il M5s ha deciso che chiederà formalmente un incontro con il Capo dello Stato sulla legge elettorale. Il Movimento giudica la riforma elettorale incostituzionale e già ieri dalla piazza del Pantheon il deputato Alessandro Di Battista si è rivolto a Sergio Mattarella chiedendogli di non firmare il Rosatellum.

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Di Battista (M5s): Mattarella pavido se firma
Oggi Di Battista a Radio 105 ha rincarato la dose: «Mattarella ha già firmato l'Italicum, legge su cui io stesso ho presentato pregiudiziali di costituzionalità: avevamo ragione noi. Mattarella non è il Vangelo si è già sbagliato una volta firmando una legge incostituzionale. Mi auguro la legga attentamente questa legge perché ha gli stessi vizi dell’Italicum». E ha aggiunto: «Se i presidenti sono
diventati tutti pavidi è un problema loro. Il presidente non è Gesù sceso in terra, lo si può criticare».

Mattarella: lavoro manca ancora a troppi giovani
Il Presidente della Repubblica ha inviato inoltre un messaggio ai partecipanti al
convegno della Cei sul lavoro, «un lavoro - ha sottolineato il capo dello Stato - che cambia velocemente, un lavoro che manca ancora a troppe persone e a troppi giovani, un lavoro che talvolta non riesce ad emancipare dalla marginalità e dal bisogno». Di qui la necessità di «compiere ogni sforzo affinché trovi piena attuazione il dettato costituzionale» perché «sul lavoro si fonda la Repubblica
italiana e anche la democrazia, che non può vivere senza il responsabile apporto dei propri cittadini al bene comune e senza l'affermazione di un diritto eguale».
Tanto più che il lavoro «non riguarda soltanto la produzione, il mercato, l'economia. È anche condizione di piena dignità dell'uomo, di partecipazione attiva alla vita sociale, quindi di sviluppo integrale della personalità».

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