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Papa Francesco a Nespoli: «Stazione spaziale piccolo palazzo di vetro dell’Onu»

Papa Francesco in collegamento con gli astronauti sulla Iss

2' di lettura

Un dialogo fra il Papa e i sei astronauti sulla Stazione spaziale internazionale, che rappresentano l’umanità, «un piccolo palazzo di vetro dell' Onu», un avamposto di pace. Straordinario collegamento ieri fra il Pontefice e gli astronauti ai quali il Papa ha posto sei domande cruciali, ma ha anche chiesto notizie sulla vita in orbita, sul senso del loro lavoro, su come sembra la Terra vista dall'alto. Al suo fianco, il presidente della Agenzia spaziale italiana Roberto Battiston e Josef Aschbacheta, direttore dei programmi di osservazione della terra dell'Esa. A bordo, hanno risposto alle sue domande i russi Alexander Misurkin e Sergey Ryazanskiy, gli americani Randy Bresnik, Mark Bandeari e Joe
Acaba.

Il posto dell’uomo nell’universo
«Caro dottor Nespoli, cari astronauti - ha esordito Papa Bergoglio - penso che lì nella stazione spaziale le giornate scorrono in modo diverso vero? Ringrazio voi e quanti hanno organizzato questo colloquio che mi da possibilità di incontrarvi e rivolgervi alcune domande. La prima è questa: l’astronomia ci fa contemplare orizzonti sconfinati dell'universo e sorgono in noi domande, 'da dove veniamo? Dove andiamo?» E a Nespoli ha chiesto quale è il suo pensiero sul posto dell'uomo nell'universo?. «Sono a mio agio tra macchine e esperimenti - ha risposto l' astronauta italiano, alla sua terza esperienza sulla Iss - e quando si parla di altre cose rimango anche io perplesso, è un discorso molto delicato, il nostro obiettivo qua è conoscere, più conosciamo più ci rendiamo contro di conoscere poco, mi piacerebbe che persone come lei, e anche teologi e filosofi potessero venire qui».

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Battiston: collaborazione internazionale al servizio della pace
sei uomini dell'equipaggio della Stazione Spaziale, fra i quali l'italiano Paolo Nespoli, «rappresentano una diversità di culture, ma tutti insieme per far funzionare un grande laboratorio in orbita», ha detto Battiston subito dopo il
collegamento, al quale ha assistito insieme ad Aschbacher. «Il colloquio - ha proseguito - si inquadra nella storia della Stazione Spaziale, nata quasi 20 anni fa all'epoca della guerra fredda e oggi diventata un luogo unico di collaborazione
internazionale». Alla sua costruzione hanno infatti contribuito Stati Uniti, Russia, Canada, Europa e Giappone, e insieme continuano a gestirla. «Lo spazio - ha rilevato - non è solo un posto speciale da cui vedere la Terra, ma un modello di collaborazione internazionale al servizio della pace». ( Nicoletta Cottone )

Nespoli chiama Terra: il primo collegamento di @Astropaolo
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