IL PREMIER IN QATAR

Gentiloni: sfruttare la bravura dell’Italia nell’export per creare lavoro

di Andrea Carli

Il premier Paolo Gentiloni, in occasione della visita all'emiro Tamim bin Hamad al-Thani (foto Ansa)

3' di lettura

La quarta e ultima tappa del viaggio che dall’inizio della settimana ha portato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni prima in India, quindi in Arabia Saudita e negli Emirati è il Qatar. La visita a Doha ha fornito al capo del governo l’occasione per fare un primo bilancio della missione. Un bilancio che ha preso avvio da una considerazione: la capacità tipica delle imprese italiane di conquistare mercati all’estero può fare da traino alla crescita dell’occupazione in Italia. «La nostra economia - ha detto il presidente del Consiglio a margine di una serie di incontri con le autorità del Qatar - è basata sulla capacità di esportare e di essere presente nel mondo. Dobbiamo sfruttare questa potenzialità perchè essere presenti significa creare benessere e posti di lavoro per le imprese in Italia. Mi auguro - ha concluso - che le modalità nuove aperte nei rapporti con questi paesi portino i loro frutti».

Tre ministri italiani hanno visitato il Qatar negli ultimi mesi
Stando alle indicazioni fornite dall’ambasciatore italiano a Doha, Pasquale Salzano, da questa tappa l’Italia puntava a rafforzare la cooperazione economica e commerciale con il Qatar, a stabilire la prima scuola italiana e un centro per il design e moda nel paese del Golfo. Il paese interessa: negli ultimi tre mesi hanno visitato questo paese tre ministri italiani: Angelino Alfano (Esteri) in agosto, Graziano Delrio (Infrastrutture e trasporti) a settembre e Roberta Pinotti (Difesa) a ottobre. Accanto a quello delle opportunità commerciali sul tavolo di alcuni incontri istituzionali, tra cui quello che Gentiloni ha avuto con l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad al Thani, c’è stato anche quello della sicurezza in Medio Oriente e nell’area del Mediterraneo. All’incontro con l’emiro hanno preso parte anche gli amministratori delegati di Leonardo, Eni e Fincantieri.

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Interscambio commerciale sui due miliardi
L’aspetto commerciale ha comunque la priorità. Il volume totale degli scambi tra i due paesi si è attestato nel 2016 a circa 2 miliardi di euro e nei primi sette mesi di quest’anno ha registrato un aumento del 21 per cento. In generale i dati assoluti di interscambio fra Italia e Qatar sono da diversi anni in forte crescita. I margini per un ulteriore sviluppo ci sono, anche considerato il fatto che il Qatar ospiterà i mondiali di calcio del 2022. Per adesso Doha deve tentare di limitare i danni dell’embargo che sauditi ed emiratini hanno promosso nei suoi confronti.

Il rallentamento del 2008
C’è stato un rallentamento nel 2008, quando l’export italiano verso il Qatar ha accusato una sensibile flessione, mentre sono aumentate le importazioni da Doha, per effetto soprattutto dell’entrata in funzione del terminale di rigassificazione Adriatic LNG di Rovigo, inaugurato nell’autunno del 2009.

L’Italia esporta macchinari, prodotti in metallo e mobili
La quota dei beni strumentali è di gran lunga la più significativa per le esportazioni italiane, le cui voci più consistenti sono tradizionalmente macchinari, metalli e prodotti in metallo, mobili, mezzi di trasporto, mentre il gas naturale (82%) e i derivati del petrolio (10,5%).

La visita alla grande moschea di Abu Dhabi
Infine, una nota: Gentiloni ha visitato la grande moschea dello sceicco Zayed ad Abu Dhabi, la quinta moschea più grande del mondo costruita tra l’altro con materiali italiani come il marmo di Carrara e il vetro di Murano per i lampadari e gli intarsi alle pareti. Accompagnato dalla moglie Manuela ha visitato l’interno della moschea e la parte esterna. Prima di andare via, ha lasciato un messaggio sul libro d’onore: «Incontro alla moschea che rappresenta la grandezza di Abu Dhabi e della fede islamica . Orgoglio per il contributo italiano alla realizzazione di questa meraviglia».

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