Il déjà vu del Cavaliere per riconquistare gli astenuti

Il repertorio non cambia. Silvio Berlusconi prescrive la ricetta per «salvare l’Italia» con gli stessi componenti di vent’anni fa, rispolverando le soluzioni reaganian thatcheriane sul fronte fiscale per far ripartire consumi e occupazione, così come le garanzie per gli anziani, cure odontoiatriche comprese.

L’obiettivo principale è infatti quello di recuperare anzitutto i suoi elettori. I delusi che lo hanno abbandonato ma che nel frattempo non hanno trovato un’offerta politica alternativa e negli ultimi appuntamenti elettorali sono rimasti a casa affollando le fila del principale partito italiano, quello dell’astensione.

Una platea che si è in parte ritrovata in questa “contro Leopolda” organizzata a Milano da Fi che ha puntato anzitutto sul mondo del lavoro e delle imprese, dei professionisti e degli artigiani. A loro l’ex premier vuole offrire un approdo sicuro. E per convincerli anche stavolta usa anche l’arma della paura, dell’incertezza per un futuro che senza la vittoria del centrodestra consegnerebbe il Paese nelle mani dei 5 Stelle di quel Di Maio che, a parte il «bel faccino», è uno studente «fallito» che ha fatto lo steward al San Paolo per vedere «gratis le partite».

Altre alternative -avverte - non ce ne sono. Per Berlusconi il centrosinistra è ormai fuori dai giochi e Renzi e la sua Leopolda sono ormai archiviati. La condizione per vincere è però l’unità del centrodestra. Per questo evita qualunque polemica con gli alleti, anche con Matteo Salvini che vorrebbe portarlo davanti a un notaio «per sottoscrivere un patto anti-inciucio».

La campagna elettorale è cominciata e il Cavaliere è pronto a parteciparvi da protagonista. Nel simbolo di Forza Italia ci sarà ancora il suo nome a prescindere dalla sua candidabilità, dalle decisioni della Corte di Strasburgo e da quelle che prendera il tribunale di Milano per la sua riabilitazione, che verra chiesta a partire dal 9 marzo.