commissione d’inchiesta

Banche, Casini: vigilanza non ha funzionato come doveva

di Vittorio Nuti

2' di lettura

«La vigilanza non ha funzionato come doveva funzionare. E anche i rapporti tra Bankitalia e Consob non sono stati fluidi come dovevano essere». Lo ha detto al Tg1 il presidente della commissione d'Inchiesta sulle banche, Pier Ferdinando Casini, avvertendo che, tuttavia «non confondiamo il poliziotto con i ladri, vogliamo il poliziotto sempre più efficiente e capace di prevenire il crimine».

Casini: troppi amministratori infedeli
In base al lavoro svolto, secondo Casini, emergono «troppi amministratori infedeli, che hanno collocato prodotti tossici sul mercato, con prospetti molto confusi a danno di risparmiatori, che avevano i frutti di risparmi di una vita depositati in banche e che hanno perso tutto». Gli stessi manager, prosegue il presidente, «hanno dato crediti con facilità a non imprenditori ma 'prenditori', che sono gli stessi che ritroviamo in molte situazioni bancarie». Casini assicura, quindi, che la commissione lavorerà «fino alla fine perché questa commissione produca un documento chiaro, che dia indicazioni al legislatore. Non si tratta di fare in commissione la campagna elettorale ma dare indicazioni per il futuro», conclude.

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Renzi su banca Etruria: nessuna euforia, ma Pd a testa alta
«Non sono euforico su quello che è successo ieri. Ma il tempo è galantuomo. E il Pd esce a testa alta. Rispetto ai consumatori e i risparmiatori abbiamo ascoltato le loro ragioni. Poi bisogna dire la verità, la vicenda della Commissione, dimostra che la discussione sui media su chissà quale pasticcio sulle banche era sfasata. La mancata vigilanza era emersa già su Ferrara, e ora anche su altre». Il segretario del Pd Matteo Renzi dice la sua dopo l'audizione fiume (cinque ore) di ieri sul crac Banca Etruria del procuratore di Arezzo Roberto Rossi davanti alla commissione Bicamerale Banche.

Vicenda Boschi «gigantesco alibi»
Intervenendo a “Circo Massimo” (Radio Capital) l'ex premier prende spunto dalla dichiarazioni del magistrato e dai lavori della commissione per ribadire che «la battaglia del Pd era giusta» e «basata su dati di fatto». Sui dissesti delle banche del centro Italia, insomma, «il problema non era il Pd: non c'era alcun pasticcio». Quanto allo scontro Pd-Bankitalia sulle responsabilità dell'istituto nel caso della banca dell'Etruria, Renzi taglia corto: «Nessuna polemica, siamo stanchi di prendere fango. Con una battuta direi che non vorrei che Vegas andasse alla Figc». Quanto alla vicenda Boschi, ovvero il ruolo di Pierluigi Boschi, padre della sottosegretaria Maria Elena, nel crac di Banca Etruria, Renzi la declassa a «gigantesco alibi» utilizzato «per non parlare di chi ha avuto problemi seri». «La Boschi - aggiunge - ha parlato in Parlamento, ora deciderà lei come difendersi in via legale con le querele». «Sulle banche, conclude rivolgendosi ai giornalisti, «continuate a guardare il dito e non la luna. Il Pd esce a testa alta».

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