chi non molla lo scranno

Da Casini a Matteoli, chi sono i veterani che «resistono»

di Riccardo Ferrazza

Francesco Colucci (Ansa)

3' di lettura

Francesco Colucci ha deciso di smettere. Esponente di Ap, 86 anni, origini pugliesi, è in Parlamento da 38 anni e 145 giorni (esordio: 1972 con il Psi). È il «senatore dei senatori», per anni questore della Camera, da poco eletto segretario d'aula a Palazzo Madama: nessuno tra i parlamentari uscenti può vantare una militanza nei palazzi della politica lunga come la sua. Dieci legislature (anche se non consecutive). Quella che sta per chiudersi, però, sarà la sua ultima. Come Forrest Gump, avrebbe diritto di dirsi "un po' stanchino" e di volersene tornare a casa.

Per un Colucci che lascia, però, ci sono molti veterani che non mollano. Quasi tutti concentrati nel centrodestra dove, a differenza di Pd e M5S, non vengono applicati limiti ai mandati. Secondo le classifiche costantemente aggiornate da Openpolis, dietro Colucci ci sono Pier Ferdinando Casini e Altero Matteoli. Entrambi senatori, entrambi parlamentari da 34 anni e 143 giorni. Il presidente della commissione d'inchiesta sulle banche, lasciato il partito che aveva contribuito a fondare (l'Udc), nel dilemma dei poli ha deciso di schierare i suoi Centristi per l'Europa con il Pd. Questo, secondo alcuni retroscena, gli avrebbe già garantito una candidatura in un collegio sicuro in Emilia-Romagna e di conseguenza una nuova legislatura: per lui sarebbe la decima consecutiva (fece il suo ingresso in Parlamento con la Dc nel 1983, a 28 anni).

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Anche per Matteoli, 77 anni e nove legislature alle spalle (anche lui arrivò nel 1983, ma con il Msi), presidente della commissione Lavori pubblici del Senato (lo votò anche M5S per fare lo sgambetto al Pd) e una condanna a quattro anni in primo grado per corruzione nell'inchiesta sul Mose, la vita parlamentare dovrebbe proseguire nel 2018. Silvio Berlusconi lo ha scelto come capo del gruppo incaricato di selezionare le candidature di Forza Italia. Ed è certo che un posto l'ex ministro lo riserverà per sé.

Alla Camera il deputato con più anni di servizio è Umberto Bossi (26 anni e 235 giorni). Un finale paradossale per chi era arrivato dalle "valli padane" al grido "Roma ladrona" (slogan usato fino al 2015 e, anzi, rafforzato con "Roma ladronissima"). Il Senatur non ha più smontato la tenda nella capitale e, per di più, nel frattempo ha anche subito una condanna a due anni e tre mesi per appropriazione indebita nel processo sui fondi della Lega. Bossi ormai è un ospite sgradito nel Carroccio di Matteo Salvini. Per questo l'amico Berlusconi gli avrebbe garantito ospitalità nelle liste di Forza Italia: una cortesia che, in caso di rielezione, consentirebbe a Bossi di tagliare il traguardo dei trenta anni in Parlamento.

A Montecitorio, dietro Bossi, c'è un trio di ex Pdl ora in partiti diversi ma accomunati da uno stesso numero: un quarto di secolo da eletti. Sono l'ex ministro della Difesa Ignazio La Russa (Fratelli d'Italia), Elio Vito (rimasto in Forza Italia) e Fabrizio Cicchitto (ex coordinatore azzurro ora con Alternativa popolare di Alfano). Nessuno di loro dà segni di cedimento e li ritroveremo ai blocchi di partenza per un nuovo giro di legislatura. Tra le donne, tolte le due democratiche che hanno deciso di non ricandidarsi (la senatrice Anna Finocchiaro, 30 anni e 153 giorni parlamentari, ministro per i rapporti con il Parlamento, ex magistrato, sarebbe interessata alla Corte costituzionale; la deputata Rosy Bindi, presidente della commissione antimafia, vorrebbe dedicarsi alla sua vecchia passione, la teologia), la più anziana in carica in caso di rielezione sarebbe Stefania Prestigiacomo. L'ex ministro dell'Ambiente, che non ha dichiarato di volersi ritirare, ha 51 anni di cui ben 23 trascorsi nelle aule parlamentari. Risultato degno di nota ma non un primato: Casini ha passato il 55% dei suoi anni (62, li compirà domani) tra Camera e Senato.

E all’orizzonte si intravede un grande ritorno. Massimo D’Alema, 68 anni, ex premier, ex ministro degli Esteri, sette legislature consecutive alle spalle fino al congedo del 2013, potrebbe ricandidarsi. «Sono stato parlamentare sempre e soltanto del Salento. Se i miei elettori mi vorranno candidato io sarò disponibile». Collegio uninominale o plurinominale proporzionale? «Sono sempre stato candidato in un collegio uninominale e ho sempre vinto, in un collegio, quello di Gallipoli, dove la sinistra aveva sempre perso».

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