il procuratore intervistato da annunziata

De Raho (Antimafia): legge su intercettazioni ostacola indagini, va modificata

di Alessia Tripodi

Il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho (Ansa)

2' di lettura

«Così come è la legge sulle intercettazioni finisce per ostacolare l'esercizio delle indagini» e per questo va modificata «in alcuni punti». Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, ospite di Lucia Annunziata a «1/2 h in più» su Rai3. Il magistrato ha anche detto di essere «favorevole a un tagliando per il 416 bis» e, commentando la nascita della nuova sinistra guidata da Pietro Grasso, ha detto che «il passaggio in politica» del presidente del Senato «è legittimo».

«Tagliando per 416 bis, corruzione sia aggravante»
«Sono a favore di un tagliando al 416 bis nei limiti in cui la corruzione possa costituire un'aggravante dell'associazione mafiosa», ha detto De Raho, spiegando che «nessuno mette in dubbio che il nucleo centrale dell'associazione mafiosa vada mantenuto. Ma ci si è resi conto che la mafia ancora prima dell'intimidazione utilizza la corruzione e la collusione. Ci sono forme di infiltrazione che finiscono per inquinare le pubbliche amministrazioni» .
«La corruzione che dilaga - ha aggiunto - è uno degli elementi che più di tutti inquina il nostro sistema».

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Sostegno ai comuni dopo scioglimento per mafia
Secondo il procuratore, poi, bisogna andare oltre lo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose: «In territori come quelli calabresi in cui la 'ndrangheta si è impossessata della libertà dei cittadini - ha detto - è necessario un intervento che non sia solo di controllo delle attività amministrative per un periodo limitato». Per De Raho «non possono bastare due anni», ma non si può nemmeno «sospendere la democrazia». Mentre «pensare a percorsi che possano accompagnare gli organi elettivi con un sostegno statale potrebbe essere la soluzione», ha sottolineato.

Legittimo passaggio di Grasso in politica
Rispondendo a una domanda di Lucia Annuziata sul passaggio di Grasso in politica, De Raho ha detto che «è certamente legittimo che qualunque cittadino possa contribuire al miglioramento della società», definendo comunque una «priorità» la legge discussione sulla candidabilità dei magistrati. «Ho da sempre sostenuto che chi esercita una delle funzioni dello Stato importante come quella giurisdizionale non debba poi entrare nella politica perchè è come passare da un potere a un altro» ha spiegato il procuratore, «ma un discorso di questo tipo - ha aggiunto - prevede distinzioni: un magistrato che ha dato la vita all'affermazione dei valori della Costituzione e pensa poi di poter dare, al suo pensionamento, un contributo alla politica penso che potrebbe continuare a dare qualcosa di utile al popolo italiano».

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