la sottosegretaria chiede i danni a de bortoli

Banca Etruria, indagine su Boschi padre. Pm di Arezzo sotto attacco: «Io corretto»

di Redazione Online

6' di lettura

Affondo delle opposizioni dopo la notizia che Pier Luigi Boschi, padre della sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena, è indagato, per falso in prospetto e ricorso abusivo al credito, dalla Procura di Arezzo per la vendita nel 2013 delle obbligazioni subordinate alla clientela retail di Banca Etruria. «Ce le ricordiamo benissimo le esternazioni dei renziani nei giorni scorsi, dopo l’audizione in commissione Banche del procuratore di Arezzo che sembravano scagionare papà Boschi da ogni ulteriore coinvolgimento nella vicenda Banca Etruria. Vogliamo ascoltare cosa hanno da dire oggi gli stessi soloni che ieri esultavano», ha incalzato il deputato del 5Stelle in commissione Finanze Alessio Villarosa. «La verità è agli atti. M5s mente», ha replicato il Pd con Franco Vazio, membro della commissione sulle banche.

Ma ad attaccare è anche Mdp. «Diversi organi di informazione riferiscono la notizia che Pierluigi Boschi sarebbeindagato per falso in prospetto nell’ambito della vicenda Banca Etruria. Sarebbe dunque molto grave l’omissione di questo aspetto da parte del Procuratore di Arezzo durante la sua audizione di giovedì di fronte alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle crisi bancarie» affermano in una nota Davide Zoggia e Maurizio Migliavacca, componenti di Articolo1-Mdp della commissione. «Domani l'ufficio di presidenza della commissione dovrà affrontare seriamente e approfonditamente la questione - sottolineano - la commissione è un organismo di rilevanza istituzionale, con poteri e competenze stringenti che non si possono eludere. Non si può scherzare. Occorre fare assoluta chiarezza sulla questione». «Domani alla ripresa delle audizioni in commissione di inchiesta sulle banche, chiederò al presidente Casini di riconvocare il Procuratore di Arezzo Roberto Rossi» ha assicurato il senatore Pd Andrea Marcucci.

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Salvini e Di Maio all’attacco
«Come Lega chiederemo un’ispezione in Procura ad Arezzo. Comunque è incredibile, di fronte a questa vicenda, che la Boschi sia ancora al governo» ha affondato in una nota il segretario della Lega Matteo Salvini, in riferimento alla
nuova inchiesta di Arezzo su Banca Etruria. «Quella gente là non ha più
credibilità: rinuncino a voler governare questo Paese, la loro parola a livello nazionale e internazionale non vale più nulla. Hanno utilizzato lo stato per gli affari loro: non c'è nessuna novità ma ora è il momento di governare i cittadini» ha attaccato il candidato premier M5s Luigi Di Maio, che ha promesso: «Noi, spero, saremo la prima forza politica del Paese la sera delle elezioni: chiederemo l'incarico di governo e cominceremo a restituire i soldi ai risparmiatori»

La lettera del pm

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Lettera Rossi a commissione banche: io corretto
Il presidente della Commissione bicamerale d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, Pier Ferdinando Casini, ha ricevuto oggi una lettera dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Arezzo, Roberto Rossi in cui viene spiegata la posizione di quest'ultimo in merito al caso del padre di Maria Elena Boschi. Nella lettera Rossi ha sottolineato di aver risposto a tutte le domande «senza alcuna reticenza o omissione». In particolare, il pm, riportando il verbale dell’audizione pubblica di giovedì, ha spiegato «di non non aver nascosto nulla circa la posizione del consigliere Pierluigi Boschi in relazione alle domande che mi venivano poste». E di aver spiegato che Boschi padre non è tra gli ex del cda Etruria rinviati a giudizio per bancarotta, ma di aver annuito, quando gli è stato chiesto se lui e altri potrebbero essere indagati («Ho precisato - scrive Rossi - che non essere imputati non significa non essere indagati. Null’altro mi è stato chiesto in merito»).

Nella lettera Rossi ha ricordato inoltre che la secretazione di una parte dell’audizione alla commissione d’inchiesta sulle banche è scattata quando sono state fatte domande sul reato di falso in prospetto, ipotizzato nel nuovo fascicolo sugli ex amministratori di Banca Etruria, «in quanto vi sono in corso indagini preliminari sul punto». Il magistrato ha ricordato che le domande dei parlamentari erano relative all’oggetto delle indagini, «e non, in alcun modo, alle persone iscritte nel registro degli indagati».

Casini: da Rossi risposta chiara ed esauriente
Una risposta definita chiara ed esauriente» dal Presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sulle banche Pier Ferdinando Casini, che in una nota ha ricordato come su richiesta del senatore Augello ha domandato a Rossi circa «l’esistenza di un filone d'indagine nei confronti dei membri del cda di Banca Etruria sulla denuncia di Consob riguardo alle falsificazioni dell'ultimo prospetto per l'emissione di bond subordinati». Casini ha precisato che domani nell'Ufficio di Presidenza si
parlerà comunque dell'eventualità di richiamare il pm davanti alla commissione.

Augello: lettera pm ridicola, ora Csm e convocazione
Non la pensa così Augello. «Ho letto la missiva che il procuratore di Arezzo ha trasmesso a tutti noi per il tramite del presidente Casini per giustificare la sua reticenza davanti alla Commissione inquirente parlamentare e ho capito subito perché ha chiesto che rimanga riservata: evidentemente questo magistrato ha ancora un minimo senso del ridicolo e del pudore» ha dichiarato il senatore di 'Idea' Andrea Augello, componente della Commissione d'inchiesta sulle banche in merito alla lettera del Pm di Arezzo sul caso Banca Etruria. «Perciò, poiché non amo infierire - ha proseguito -, ribadisco la mia richiesta di trasmettere i verbali delle audizioni e questa lettera al Csm, chiedendo altresì che il dottor Roberto Rossi venga formalmente convocato per un'audizione testimoniale per completare la sua esposizione sulle inchieste in corso a margine della vicenda di Banca Etruria dicendoci finalmente tutta la verità. Sempre ammesso che gli riesca».

Boschi annuncia azione civile contro de Bortoli
Intanto, sulla vicenda di Banca Etruria, Maria Elena Boschi ha annunciato su FB di aver firmato oggi il mandato «per l’azione civile di risarcimento danni nei confronti di Ferruccio de Bortoli. A breve procederò anche nei confronti di altri giornalisti». E ha agguiunto: «Mi spiace dover adire le vie legali contro alcuni giornalisti, non lo avevo mai fatto prima. Nemmeno in presenza di affermazioni evidentemente diffamatorie. Ma credo che sia ormai necessario farlo perché sulla verità dei fatti si pronunci un tribunale in nome della legge. Perché la legge è uguale per tutti, davvero». E ancora: «Qualcuno usa questa vicenda da due anni per attaccare me e il P». Lo scorso maggio l'ex direttore del Corriere Ferruccio De Bortoli nel libro 'Poteri forti (o quasi)' aveva denunciato che l'allora ministro delle Riforme, nel 2015, chiese all'ad di Unicredit Federico Ghizzoni «di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria». Un’accusa di ingerenza pesante, che Boschi aveva respinto al mittente: «Mai fatto una richiesta del genere, è un’ennesima campagna di fango».

Audizione Vegas il 14 dicembre, Visco il 15, Padoan il 18 o 19
Il presidente della commissione d’inchiesta sulle banche, Pierferdinando Casini, ha reso noto oggi che le autorità di vigilanza e il ministro dell'Economia saranno auditi dalla commissione di inchiesta sulle banche tra la fine della settimana prossima e l'inizio di quella successiva. In presidente della Consob, Giuseppe
Vegas, sarà audito giovedì prossimo 14 dicembre, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco il 15 dicembre e il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, arriverà in commissione il 18 o il 19 dicembre.

L’audizione di Rossi in commissione
Tornando all’audizione del procuratore Rossi giovedì scorso in commissione d’inchiesta sulle banche, il magistrato, rispondendo alle domande di deputati e senatori, aveva escluso coinvolgimenti di Boschi nelle indagini, nonostante il padre dell’allora ministro del governo Renzi sia stato vicepresidente della banca finita in “risoluzione” nel novembre 2015. Rossi ha sottolineato che Boschi senior non ha «mai partecipato a delibere» degli organi di Banca Etruria «che concedevano finanziamenti che fondano il reato di bancarotta». Boschi padre, ha spiegato il pm aretino - in passato consulente del dipartimento per gli Affari Giuridici e Legislativi di palazzo Chigi, incarico per sul quale è tuttora in corso una verifica per possibile conflitto di interesse da parte del Csm - «entra in cda nel 2011 come amministratore senza deleghe, diventa uno dei due vicepresidenti nel maggio 2014 assieme a Rosi. Noi sulla responsabilità per la bancarotta vediamo i comportamenti e questi discendono dalle delibere. I conflitti di interesse li abbiamo tutti evidenziati, per noi i crediti valgono se vanno poi in sofferenza altrimenti non costituiscono il reato bancarotta».

L’indagine della procura di Arezzo
Il pm ha ovviamente detto la verità per quanto riguarda il reato di bancarotta, ma nelle ultime ore è emersa l’esistenza di un nuovo fascicolo aperto dalla procura di Arezzo sulle vicende della ex Banca Etruria: si tratta di uno spezzone di indagine che riguarda la vendita di obbligazioni subordinate alla clientela retail. Si tratta di titoli estremamente rischiosi per i piccoli risparmiatori, perché il rimborso non è previsto nel caso di fallimento della banca. Tra gli indagati per non aver fornito le necessarie informazioni alla Consob (e dunque il reato ipotizzato è “falso in prospetto”) c'è anche Boschi, e alcune settimane fa i magistrati di Arezzo hanno chiesto una proroga delle indagini. L'apertura del fascicolo è scaturita dalle sanzioni comminate dalla stessa Consob agli ex amministratori di Banca Etruria nel settembre scorso, per complessivi 2,76 milioni di euro. E riguarda il periodo 2012-2014, incentrato proprio sulle violazioni riscontrare nei prospetti informativi. La procura sta valutando i profili penali relativi alle norme che puniscono il falso in prospetto e il ricorso abusivo al credito.


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