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Pensioni d’oro, Renzi a Di Maio: folle tagliare quelle da 2.300 euro

2' di lettura

Il taglio alle pensioni d'oro, tema carsico della politica italiana, irrompe nella campagna elettorale non ufficiale che caratterizzaquesta fine di legislatura. A lanciare il sasso è stato il candidato premier dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, che ieri a Radioanch'io (Radio Rai 1) ha stimato in 12 miliardi di euro il valore degli assegni pensionistici più elevati, cioè sopra i 3mila euro mensili, proponendo la loro abolizione in modo da poter finanziare, ad esempio, la cancellazione della legge Fornero. A Di Maio risponde stamani via Facebook il segretario dem, Matteo Renzi, che dopo aver fatto qualche conto spiega che «se vogliamo prendere 12 miliardi di euro dalle pensioni dobbiamo tagliarle a chi prende 2.300 euro di pensione. Ci rendiamo conto?».

«Non sciupare tutto affidandoci a chi non sa leggere bilancio»
«Qualcuno può legittimamente dire che duemila euro di pensione sono una pensione d'oro? A noi sembra folle», prosegue Renzi, che continua «a insistere sui temi di merito per questa campagna elettorale: gli 80 euro ieri, le pensioni oggi, vedremo che cosa si inventeranno domani». Ma, conclude l'ex premier, «il punto è un altro. Noi in questi anni abbiamo fatto tanta fatica a rimettere il segno più nelle statistiche del Paese: il Pil, l'occupazione, la fiducia. E adesso davvero c'è qualcuno che vuole sciupare tutto affidando il Governo a chi non riesce neanche a leggere i numeri di un bilancio? Andiamo avanti, amici. Avanti insieme».

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Controreplica M5S: nel mirino di Di Maio assegni sopra i 5mila euro
A conferma che l'intervento sulle pensioni più elevate fa parte del programma di Governo di Di Maio in caso di approdo a Palazzo Chigi arriva anche la precisazione dell'ufficio comunicazione M5S. Riferendosi alle «pensioni d'oro» il vicepresidente della Camera ha inteso parlare degli «assegni superiori ai 5 mila euro netti», spiegano i comunicatori pentastellati, mentre il piano di risparmio di 12 miliardi di euro «sarebbe su più anni». Il chiariemento è una risposta all’attacco sui numeri del segretario del Pd: «Renzi - aggiungono i 5 Stelle - non faccia fakenews per distrarre dallo scandalo di bancopoli che colpisce Boschi e il suo partito».

Marcucci (Pd): numeri non sono piatto forte Di Maio
Da registrare anche la presa di posizione del presidente renziano della commissione Cultura del Senato, Andrea Marcucci, secondo cui «i numeri non sono il piatto forte di Di Maio, e le giustificazioni successive del M5S non fanno che ribadire il pazzesco errore del loro candidato premier. Ovvero tagliare le pensioni da 2300 euro netti mensili». «Tutti hanno sentito la cifra enunciata con la solita arroganza da Di Maio», sottolinea il parlamentare, «e i calcoli fatti da Matteo Renzi sulla base del Bilancio dello Stato sono difficilmente smentibili. Gli italiani ora sanno che i Cinque Stelle considerano pensioni d'oro quelle da 2300 euro».

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