LA LETTERA

Dopo lo stop allo ius soli il movimento Italiani senza cittadinanza scrive a Mattarella

di Redazione Online

(ANSA)

2' di lettura

Il Parlamento sta per chiudere i battenti, con il presidente Sergio Mattarella ormai pronto a sciogliere le Camere, probabilmente il 28 dicembre, e la legge sulla cittadinanza dei minori stranieri - la più dibattuta di queste ultime settimane - rimane, al fischio finale, “fuori gioco”. A decretare questo scenario per lo ius soli sono stati sabato i 33 senatori che, dopo il sì alla manovra da parte di palazzo Madama, hanno fatto venir meno il numero legale in Aula. Lo stop al provvedimento ha destato polemiche. Il Pd ha accusato M5S, la sinistra di Liberi
e Uguali ha invece puntato il dito contro i Dem, accusandoli di essere «ipocriti».

La lettera a Mattarella di #Italiani Senza Cittadinanza: «Non lasciateci soli»
Dopo che al Senato è mancato il numero legale il Movimento #ItalianiSenzaCittadinanza, le figlie e i figli di immigrati cresciuti in Italia ma senza passaporto italiano, ha scritto una lettera al Capo dello Stato nella quale ha chiesto il rinvio dello scioglimento delle Camere in modo da poter approvare la legge sullo ius soli. Nella lettera, datata 27 dicembre, viene messo in evidenza che proprio quel giorno ricorrono i settant'anni della promulgazione della Costituzione italiana. Il movimento ricorda al Presidente della Repubblica che talvolta è necessario promuovere leggi «che possono apparire divisive ma che in realtà sono necessarie a potenziare gli anticorpi e a creare argini contro la deriva di forze antidemocratiche e destabilizzanti. Non lasciateci soli ancora una volta», conclude il documento. La lettera è stata pubblicata sulla pagina Facebook del movimento. «Talvolta le autorità di un Paese democratico sono chiamate dalla Storia a promuovere leggi che possono apparire divisive ma che in realtà sono necessarie a potenziare gli anticorpi e a creare argini contro la deriva di forze antidemocratiche e destabilizzanti - conclude il movimento -. Non lasciateci soli ancora una volta».

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Al Senato Fi va all'attacco di Grasso
Nonostante lo ius soli non ce l’abbia fatta a diventare legge, in Senato si è consumato ugualmente un duro scontro tra Forza Italia e il presidente Pietro Grasso. Il gruppo dei berlusconiani ha contestato a Grasso la scelta di aver inserito il disegno di legge nel calendario dei lavori dell’Aaula: una mossa, hanno sostenuto i parlamentari di Forza Italia, per tentare un blitz prima dello scioglimento delle Camere . Il presidente dei senatori berlusconiani Paolo Romani, in una nota, ha fatto presente che mettere in calendario «un tema controverso e discusso come la radicale modifica delle procedure per ottenere la cittadinanza italiana al termine di una seduta di fine legislatura è prima di tutto da irresponsabili». Grasso si è difeso sostenendo di non aver fatto nulla per far esaminare la legge nella seduta incriminata: «Come il presidente Romani sa bene - ha sottolineato il numero uno di Palazzo Madama - il calendario dei lavori è stabilito prima in capigruppo e poi confermato da un voto dell’aula. Nessun intervento del presidente ha alterato quanto stabilito dalla sovranità dell’assemblea».

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