L’indagine della dda

Aggressione al giornalista Rai, chiesto il processo per il rampollo del clan Spada di Ostia

di Ivan Cimmarusti

2' di lettura

Chiesto il processo per Roberto Spada, rampollo del clan di Ostia. L’accusa è di aver aggredito lo scorso 7 novembre un giornalista del programma Rai Nemo e il cameraman. Nei suoi confronti e del presunto complice, Ruben Nelson Alvez del Puerto, si ipotizza il reato di violenza privata aggravata dal «metodo mafioso». L’udienza davanti al gup di Roma Maria Paola Tomaselli è fissata per il 23 gennaio.

La testata al giornalista di Nemo
I giornalisti della trasmissione di Rai Due “Nemo-nessuno escluso” Daniele Piervincenzi ed Edoardo Anselmi, furono aggrediti dopo che avevano rivolto a Spada alcune domande sui suoi legami con Casapound. L’esponente dell’omonimo clan sferrò una violenta testata a Piervincenzi causandogli la rottura del setto nasale. Per i pm della Dda, Ilaria Calò e Giovanni Musarò, si tratta di una «condotta idonea ad esercitare sui soggetti passivi quella particolare coartazione e quella conseguente intimidazione propria delle organizzazioni mafiose». I due si trovano nelle carceri di massima sicurezza di Tolmezzo (Spada) e di Nuoro (del Puerto).

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L’aggravante del metodo mafioso: «Ha ostentato intimidazioni»
Secondo i magistrati Spada avrebbe utilizzato un metodo mafioso. In particolare, è annotato negli atti, «l’aggravante del metodo mafioso è consistita nell’ostentare in maniera evidente e provocatoria una condotta idonea ad esercitare sui soggetti passivi quella particolare coartazione e quella conseguente intimidazione propria delle organizzazioni mafiose». Ulteriore aggravante la partecipazione al «fatto di più persone riunite» e «l’uso di una arma quale manganello, compiendo l’azione in un luogo pubblico», «ripreso da una telecamera» e «rivendicando il diritto di decidere chi poteva stazionare nella zona teatro dei fatti, notoriamente frequentata da diversi soggetti appartenenti alla famiglia Spada».

L’interrogatorio del collaboratore: «Ecco chi è “Robertino” Spada»
Nei documenti dell’Antimafia risultano alcuni verbali d’interrogatorio di collaboratori di giustizia della Procura di Roma, che negli anni hanno ricostruito la rete di rapporti e di interessi. Il collaboratore parla ruolo del clan Fasciani nel territorio di Ostia, precisando i rapporti con gli Spada. «Per meglio specificare il legame tra i Fasciani e gli Spada posso dire che nel locale “Aquarius” mi venne presentato G.C. un funzionario del comune di Roma, gestore di un teatro di Ostia e con conoscenze all'interno del Porto di Ostia, il quale mi disse che se avessi avuto del denaro da investire mi avrebbe fatto vincere una gara d’appalto. Nel 2010 ho incontrato in un bar di Ostia Roberto (Robertino) Spada, il quale mi disse che aveva rilevato uno stabilimento balneare comprensivo di bar, ristorante e palestra (...) Sempre da Robertino, nel 2012, ho saputo che aveva aperto un autosalone dalle parti dell'aeroporto di Fiumicino. Sono al corrente che i Fasciani e gli Spada attualmente hanno intenzione di “prendere” un’attività commerciale all'interno del Porto di Ostia».

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