dopo l’addio al posto di governatore

Ministro, deputato o premier: il futuro di Maroni è a Roma

di Mariolina Sesto

Ap

1' di lettura

«Non mi ricandido alla presidenza della Lombardia ma resto a disposizione». Enigmatica ma non troppo la frase con cui Roberto Maroni dice addio alla candidatura-bis per la regione Lombardia. Cosa ha spinto il governatore a lasciare mentre i sondaggi lo davano sicuro vincitore delle regionali lombarde? Nell’entourage del centrodestra nessuno nutre dubbi in proposito: Maroni punta a un ministero o comunque a un ruolo-chiave nel prossimo governo in caso di vittoria del centrodestra.

Ministro o premier?
Roberto Maroni, ex ministro dell’Interno, ambisce con ogni probabilità a ricoprire un ruolo di punta nel prossimo governo in caso di vittoria del centrodestra. Come ministro o, chissà mai, addirittura come premier, vista l’incandidabilità di Silvio Berlusconi. È vero che Salvini staconducendo la campagna elettorale nelruolo di candidato premier del Carroccio. Nonostante ciò, anche a lui riuscirebbe complicato dire no all’investitura come premier di un leghista che dispone del placet del Cavaliere. Soprattutto se Forza Italia uscisse dalle elezioni con lo status di primo partito del centrodestra. E il Maroni «a disposizione» della Repubblica potrebbe tornare utile anche qualora le maggioranze uscite dalle urne si rivelassero instabili.

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Ipotesi Parlamento
Non è neppure del tutto esclusa l’ipotesi che Maroni venga candidato in Parlamento. Anzi, qualche esponente leghista fa esplicitamente questa ipotesi. Per ora però nulla è dato sapere di più preciso. Ma nei prossimi giorni, con l’intensificarsi dei contatti tra gli alleati del centrodestra sulle candidature, anche questo punto interrogativo troverà risposta.

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