elezioni regionali

Sinistra a geometrie variabili. In Lombardia rottura con Pd, nel Lazio verso l’accordo

di Andrea Gagliardi e Andrea Marini

4' di lettura

Moratoria della sinistra in Lombardia sul nome del candidato per la presidenza della Regione. L’assemblea regionale di Liberi e Uguali in programma stasera alle 18 allo Spazio Arte di Sesto San Giovanni per annunciare il candidato governatore (in pole il consigliere regionale Onorio Rosati, ex Pd, approdato recentemente ad Articolo1-Mdp, alle spalle una lunga militanza nella Cgil ala riformista) sarà rinviata a venerdì. Una decisione presa dopo una richiesta in tal senso dei vertici nazionali di Liberi e Uguali. E che sembra motivata non da un cambio di linea in Lombardia ma dalla necessità di chiudere prima un accordo con i dem nel Lazio.

Accordo che invece a Milano, a meno di stravolgimenti dell’ultima ora, non si farà. Anche se Matteo Renzi, dopo il forfait di Maroni, si è convinto, sondaggi alla mano, che il candidato dem Giorgio Gori (vicino proprio al segretario dem) possa competere con il leghista Attilio Fontana, la cui candidatura (voluta da Matteo Salvini) ha avuto oggi il via libera ufficiale anche di Silvio Berlusconi. E il Pd ha iniziato perciò un fortissimo pressing sul leader nazionale di LeU Pietro Grasso perché in Lombardia si eviti la rottura a sinistra.

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Resta la rottura Leu-Pd in Lombardia
«La linea in Lombardia non cambia - assicura però Rosati - non ci sarà accordo con il Pd, così come a livello nazionale. Qui il territorio ha deciso. Mdp, Possibile e Sinistra Italiana sono sulla stessa linea. In Lombardia la situazione è completamente diversa dal Lazio, dove invece si va verso l’intesa . A parte il fatto che gli stessi sondaggi di Euromedia Research danno il centrodestra guidato da Fontana 12-14 punti avanti, diverso è il profilo del candidato. Nel Lazio è in campo un ex DS, che ha governato bene. In Lombardia c’è un candidato con un profilo renziano, che non ha neppure fatto le primarie. Il problema non è di antipatia personale, come impropriamente ha dichiarato il capogruppo dem alla Camera, ma di linea politica». «Noi pensiamo che per chiudere questi 23 anni di governo del centrodestra - aggiunge Rosati - ci voglia una proposta radicalmente alternativa, e non ci pare che né la figura del candidato Gori né tantomeno il progetto che il Pd sta portando avanti in Lombardia incontri e risponda a questa esigenza».

Accordo con Zingaretti, entro venerdì la decisione
Nel Lazio la parte di Liberi e Uguali che fa riferimento a Mdp vorrebbe correre a fianco di Zingaretti. Pesa favorevolmente ciò che di Zingaretti disse un paio di mesi fa Massimo D'Alema: «Non è Renzi». Sinistra italiana, invece, nel Lazio è stata molto critica con l’operato di Zingaretti e fino a pochi giorni fa era per la rottura e la presentazione di un proprio candidato. Tuttavia negli ultimi giorni è caduta la pregiudiziale nei confronti del governatore uscente. «Non abbiamo pregiudiziali - spiega Stefano Fassina -ma abbiamo chiesto a Zingaretti una discontinuità su alcuni punti programmatici, dalla sanità ai trasporti all’urbanistica. E finora non abbiamo avuto risposte. Deciderà l’assemlea regionale di Liberi e Uguali. Ma se la maggioranza si esprimerà per l’accordo noi ci allineeremo».

Cade la pregiudiziale di Sinistra Italiana verso Zingaretti
L’assemblea regionale di Liberi e Uguali per decidere cosa fare nel Lazio dovrebbe tenersi domani o al massimo venerdì. Si parla anche della presenza di Pietro Grasso. Se nei giorni scorsi all’interno della componente che fa riferimento a Sinistra Italiana l’intesa sul nome di Zingaretti era data al 40%, adesso si parla di 50%: prima di tutto – è il ragionamento che si fa adesso dentro Si – l’attuale governatore non è un renziano (al suo fianco pare esclusa la corsa della lista centrista Civica Popolare, guidata dalla ministra ex centrodestra Beatrice Lorenzin, alleata del Pd a livello nazionale). E se Zingaretti vincesse in Lazio con l’appoggio di LeU e Gori perdesse in Lombardia (senza Leu) l’attuale segretario dem finirebbe nell’occhio del ciclone. Inoltre, in caso di rottura nel Lazio, all’interno di LeU, tra la componente che fa riferimento a Mdp e quella che fa riferimento a Si , si porrebbe il problema non secondario di chi potrebbe utilizzare il simbolo della neonata formazione di Pietro Grasso.

Nel Lazio Gasparri in pole per il centrodestra
Nel Lazio a essere in ritardo è il centrodestra, dal momento che sia Zingaretti che la candidata M5s Roberta Lombardi sono in pista da tempo. Per ora c'è solo la disponibilità del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi. Pirozzi, proveniente da Fratelli d'Italia e in un primo momento sponsorizzato da Matteo Salvini, non ha però avuto il sostengo di tutte e tre anime del centrodestra. Dato che il leghista Fontana corre in Lombardia e Nello Musumeci, vicino a FdI, ha vinto in Sicilia, Fi ha chiesto che sia un suo uomo il candidato del centrodestra nel Lazio. Ed è sempre più in pole Maurizio Gasparri, anche se manca ancora l’investitura ufficiale. «Credo che Gasparri possa essere un ottimo governatore per il Lazio ma bisogna prima essere sicuri del risultato vincente» ha affermato oggi Silvio Berlusconi parlando a Radio Anch'io. «Aspettiamo che gli alleati ci dicano qualcosa, io ho sempre ribadito la mia stima per Sergio Pirozzi, poi che ci facciano sapere qualcosa», ha invece detto Matteo Salvini.

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