nel Lazio mandato a grasso per intesa con pd

Regionali, in Lombardia sinistra corre da sola e candida Rosati

di A. Gagliardi e A. Marini

Onorio Rosati (a destra) candidato alla presidenza della Lombardia di Liberi e Uguali

3' di lettura

Divisi in Lombardia, ognuno con un suo candidato. Così marceranno Pd e la sinistra di Liberi e Uguali in occasione dell’election day del 4 marzo. LeU non sosterrà Giorgio Gori e candida alla presidenza della Regione Onorio Rosati , consigliere regionale uscente di Mdp, ex sindacalista Cgil. Lo ha deciso l'assemblea locale del partito, riunitosi stasera. Non sono bastati gli appelli a favore di un candidato unitario da parte di Romano Prodi e Walter Veltroni. Appelli rilanciati a sinistra dal segretario della Cgil Susanna Camusso e dal governatore della Toscana Enrico Rossi. Ha pesato, malgrado le disponibilità a trattare dei vertici nazionali, l’indisponibilità a un’alleanza con il renziano Giorgio Gori da parte degli esponenti locali di Mdp, Sinistra Italiana e Possibile. Compatti nella decisione di correre da soli.

«Le scelte compiute dal Pd hanno rappresentato un ostacolo insormontabile» per l’alleanza con Liberi e Uguali alle regionali in Lombardia, ha detto Rosati durante l’assemblea regionale del partito. E ha aggiunto: «Il problema non è legato a rancori personali, il problema è tutto politico. Serve introdurre una radicale discontinuità alle politiche del centrodestra degli ultimi 23 anni». «Tardivi», dunque, secondo Rosati, gli appelli all'unità da parte del centrosinistra.

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Nel Lazio mandato a Grasso per trattare con Zingaretti
Nel Lazio sono invece alte le probabilità di accordo. La parte di Liberi e Uguali che fa riferimento a Mdp è schierata per correre a fianco di Zingaretti. A suo favore pesa il profilo “non renziano”. Maggiori resistenze da Sinistra italiana, favorevole a un candidato in «discontinuità». È stato lo stesso Grasso, che ha partecipato stasera a Roma all’assemblea regionale del suo partito, a lavorare sotto traccia per un accordo sulla ricandidatura di Zingaretti (Pd) alla presidenza della Regione. L’accordo però non è ancora ufficiale. L’assemblea regionale si è conclusa con un mandato a Grasso a trattare con Zingaretti su alcuni punti di programma precisi (dalla rapida approvazione del piano rifiuti a un reddito minimo garantito per il reinserimento dei lavoratori espulsi dal ciclo produttivo), con l’impegno a rinunciare all’appoggio di liste centriste moderate (come quella dei civici e popolari della ministra Lorenzi, ndr)

Grasso: sì a Zingaretti se accetta nostri punti
«È stata un'assemblea molto ricca di contributi. Ho avuto un mandato preciso che cercherò di svolgere nel modo migliore incontrando il presidente Zingaretti. Ho avuto un mandato su temi precisi. Noi facciamo un problema di politiche non di uomini, poniamo un problema politico su punti ben precisi. Chi accetta quei punti noi lo appoggiamo» ha detto il leader di LeU Pietro Grasso, al termine dell'assemblea regionale del Lazio.

Crescono le quotazioni di Pirozzi
E se in Lombardia i giochi sono fatti anche nel centrodestra, con la candidatura del leghista Attilio Fontana, nel Lazio la riserva dovrebbe essere sciolta a giorni. Nelle ultime ore stanno crescendo le quotazioni del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, proveniente da Fratelli d’Italia e in un primo momento sponsorizzato da Matteo Salvini. Pirozzi – che è già in campagna elettorale e la cui «autocandidatura» è stata ufficializzata da mesi – non ha avuto finora l’appoggio di Forza Italia (e quindi la benedizione di tutta la coalizione) che reclama nel Lazio un suo esponente per guidare la Regione e ha messo sul tavolo il nome del senatore romano Maurizio Gasparri. Tuttavia gli ultimi sondaggi commissionati da Fi avrebbero evidenziato percentuali consistenti a vantaggio del consenso di Pirozzi e le quotazioni di Gasparri sarebbero in calo.

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