verso il voto

I 20 punti del programma M5s

di Manuela Perrone

2' di lettura

C’è l’abolizione progressiva dell’Irap, accompagnata da una semplificazione drastica, al centro della riforma fiscale per le imprese nel programma del M5S. Riforma che nei desiderata grillini si accompagna a quella dell’Irpef per estendere la no tax area e alleggerire il ceto medio attraverso una riduzione di scaglioni e aliquote. Senza aumentare le tasse per i più abbienti, ma procedendo a una revisione chirurgica delle tax expenditures. Il documento consegnato ieri al Viminale insieme al nuovo simbolo da Luigi Di Maio, Beppe Grillo e Davide Casaleggio sintetizza in 20 punti la piattaforma programmatica del M5S, protagonista di “Villaggio Rousseau”, la tre giorni che si chiude domani a Pescara con l’intervento di Di Maio e la presentazione dei vincitori delle parlamentarie che saranno candidati nei listini.

Per conquistare il consenso degli imprenditori e competere con il centrodestra al Nord il Movimento insiste sull’abolizione di studi di settore e spesometro (che però è già prevista dal 1° gennaio 2019), parte del progetto “400 leggi in meno nei primi 100 giorni”. Ma in cima all’elenco di promesse («Le coperture sono state definite», assicurano), spicca il reddito di cittadinanza, a beneficio degli oltre 9 milioni di italiani che non raggiungono i 9.360 euro l’anno: si va da 780 euro netti al mese per i single a 1.950 euro per famiglie con due figli. Un reddito minimo condizionato alla ricerca di un lavoro e accompagnato dal rafforzamento delle politiche attive.

Loading...

Debutta nel programma anche la «pensione di cittadinanza»: 780 euro a tutti i pensionati con la minima, 1.170 euro al mese per una coppia. Non poteva mancare l’abolizione della Fornero, con le altre novità snocciolate da Di Maio durante il suo rally elettorale, tra cui quota 41 per tutti. Il sostegno alle famiglie passa da un investimento di 20 miliardi con Iva al 4% per prodotti per infanzia e terza età e aumento dell’importo detraibile per colf e badanti. Per i giovani si confida nella «riduzione drastica» della disoccupazione con investimenti in innovazione tecnologica ad alto moltiplicatore occupazionale. Le previsioni: 200mila posti di lavoro da economia del riciclo rifiuti e 17mila per ogni miliardo investito in rinnovabili ed efficienza energetica. Il plafond promesso per gli investimenti produttivi nei settori strategici è di 100 miliardi in 5 anni, da realizzare anche in deficit. La crescita, è la speranza, permetterà una riduzione del rapporto debito/Pil di 40 punti in dieci anni. Insieme al piano di tagli agli sprechi da almeno 30 miliardi. Sul credito, il M5S scommette su una Banca pubblica degli investimenti e propone la creazione di una Procura per i reati bancari.

Nei venti punti compaiono l’addio alla Buona Scuola, l’accetta sulla durata dei processi, i rimpatri immediati per gli irregolari. Manca l’Europa. Nel programma esteso è chiarito il nuovo corso: resta l’ostilità al Fiscal Compact, ma la retorica no-euro è sparita.

Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti