L’audizione col gip di Roma

Consip, l’interrogatorio di Scafarto: «Non ho taroccato nessuna informativa su Tiziano Renzi»

di Ivan Cimmarusti

2' di lettura

«Non ho taroccato nessuna informativa su Tiziano Renzi». Lo ha detto l’ufficiale dei carabinieri Gianpaolo Scafarto, nel corso del suo interrogatorio davanti al gip di Roma. L’investigatore è indagato in un filone stralcio della maxi inchiesta Consip: avrebbe manipolato una informativa investigativa col presunto scopo di incastrare Tiziano Renzi - padre del segretario del Partito democratico - già indagato con l’accusa di «traffico di influenze illecite» in favore dell’imprenditore partenopeo Alfredo Romeo. L’interrogatorio si è svolto nell’ambito di un procedimento relativo all’interdittiva chiesta dalla Procura.

Le telefonate dell’imprenditore Carlo Russo
Secondo Scafarto ci sarebbero alcuni nodi da sciogliere. A partire da alcune telefonate che coinvolgerebbero Tiziano Renzi, l’imprenditore Carlo Russo e Roberto Bargilli, autista del camper con cui Matteo Renzi fece campagna elettorale per le primarie. «In questa vicenda - dice Scafarto - restano ancora tante domande: mi riferisco alla chiamata che il 7 dicembre 2016 (48 ore dopo l’avvio dell’intercettazione) Roberto Bargilli fece all’imprenditore Carlo Russo, invitandolo per conto di Tiziano Renzi a non chiamare più “il babbo”. Chi ha avvertito Renzi senior che aveva il telefono sotto controllo?». Aggiunge che «a conoscere quella informazione eravamo in tre: il sottoscritto, il pm Henry John Woodcock e un maresciallo. Io posso dire di non avere rivelato alcun segreto. Noi non ne parlammo con nessuno: chi ha dato quella informazione? Io aspetto una risposta».

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I tre filoni dell’inchiesta
Intanto i pubblici ministeri hanno notificato richieste di proroga delle indagini preliminari per i vari indagati del maxi procedimento. In ballo ci sono tre filoni. Il primo è sulla fuga di notizie, ossia la «catena di comunicazione all'interno della struttura gerarchica dell'Arma» che ha consentito all'ex ad di Consip Marroni di rimuovere tutte le microspie dagli uffici della Centrale acquisti. È stato lo stesso manager a chiarire ai pm di aver saputo dell'indagine dal ministro Lotti e dal comandante della Legione Toscana Emanuele Saltalamacchia. Per questo i due sono indagati in concorso con l’ex comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette e con il presidente di Publiacqua Filippo Vannoni (Luigi Ferrara, ex presidente di Consip, indagato per false dichiarazioni ai pm).
Il secondo «attiene alla natura degli accordi illeciti» tra l’imprenditore Alfredo Romeo, Tiziano Renzi, Carlo Russo e l’ex politico Italo Bocchino. Risulta coinvolto anche Domenico Casalino, ex ad di Techno Sky spa (controllata da Enav). L’ultima tranche dell’inchiesta che la Procura intende definire, riguarda la sospetta turbativa di un appalto per Grandi Stazioni spa. Per questa commessa sono stati indagati l'ad Silvio Gizzi e il dirigente di Consip Francesco Licci.

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