due ricorsi dell’italia alla corte Ue

Ema, Padoan: «Milano merita l’assegnazione, ci stiamo muovendo»

di Redazione Roma

(ANSA)

4' di lettura

«Milano oggettivamente merita l'assegnazione dell'Ema, poi sappiamo tutti come è andata. Il Governo si sta muovendo con il Comune di Milano per vedere come, nell'ambito delle regole europee, si possa riaprire uno spiraglio». Per il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, la partita per la nuova sede in Europa dellAgenzia europea per i medicinali (in inglese European Medicines Agency) non è ancora finita. A margine di un convegno organizzato a Milano da Enel Foundation e Aifi il ministro conferma infatti la presentazione di un ricorso del Governo alla Corte Ue contro il trasferimento della nuova sede post Brtexit da Londra ad Amsterdam, decisa per sorteggio a novembre dopo un concitato testa a testa con il capoluogo lombardo. «È una soddisfazione per Milano dire che noi siamo pronti e gli altri no - ha sottolineato Padoan - Questa vicenda dimostra una cosa in modo inequivocabile: Milano è assolutamente pronta e al livello piu' elevato di servizi di accoglienza di una istituzione internazionale».

Sede olandese impreparata a trasferimento
A dare nuove speranze all’Italia, in particolare, la notizia secondo la quale Amsterdam non è pronta per l’arrivo dell’ufficio dei famaci Ue, prevista per l’inizio del 2019, mentre la location temporanea proposta dalle autorità olandesi sarebbe inadeguata alle esigenze, oltre ad incrementare le spese generali dell’ente. Sempre oggi, il relatore per la commissione Ambiente del
Parlamento europeo della proposta sulla sede dell'Ema, Giovanni La Via, ha annunciato la richiesta al governo olandese di autorizzare un sopralluogo congiunto, con la Commissione Ue, «ai locali temporanei e definitivi» messi a disposizione per la nuova sede dell'Agenzia del farmaco.

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Il ricorso del Governo

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Due procedimenti alla Giustizia Ue
I procedimenti promossi dall’Italia e già arrivati all’attenzione dei giudici europei di Lussemburgo per l'impugnazione dell'assegnazione dell'Ema all’Olanda sono due: uno è dell'Italia alla Corte di giustizia Ue con la richiesta di annullare la decisione del Consiglio Ue (causa Italia-Consiglio C-59/18) per incompletezza delle informazioni relative alla nuova sede olandese. Nel merito, l’Italia chiede ai giudici europei di «annullare la decisone» sulla sede Ema, adottata a margine della riunione del 20 novembre 2017 del Consiglio Ue, «nella parte in cui si è stabilito che la nuova sede dell'Agenzia europea per i medicinali fosse collocata ad Amsterdam e, per conseguenza, stabilire l'assegnazione della sede alla città di Milano». Il documento chiede inoltre «in via istruttoria», di «richiedere al Regno dei Paesi Bassi, all'Ema e a ogni altra istituzione, organo o organismo, di fornire tutte le
informazioni necessarie a dar conto dell'idoneità di Amsterdam quale sede dell'Ema, a soddisfare i criteri». Si chiede infine di «disporre ogni altro eventuale mezzo istruttorio ritenuto utile all'accertamento dei fatti». Il secondo ricorso è del Comune di Milano, al Tribunale dell'Unione europea (la sezione di primo grado della Corte di giustizia dell'Unione europea), anche in questo caso con la richiesta di annullamento oltre che di sospensione in via d’urgenza della decisione del Consiglio Ue (causa Comunue di Milano-Consiglio T-46/18).

Boccia: tifiamo sempre Italia, vediamo se ci sono elementi sostanziali
L’arrivo a Bruxelles dei ricorsi targati Italia è accolta positivamente dal leader degli industriali italiani, Vincenzo Boccia. «Noi tifiamo Italia, lo sapete. Adesso vediamo se ci sono gli elementi per fare ricorso, e lo seguiremo insieme ai nostri di Assolombarda per capire se sia possibile riprendere il dossier», ha sottolineato Boccia, auspicando «elementi sostanziali e non mediatici». Più fredda la reazione dell’Esecutivo euorpeo. La Commissione Ue «non è parte» del dibattito sull'Ema, che sembra essere «un dibattito molto vicino alla campagna elettorale italiana», ha sottolineato oggi il commissario Ue alla Salute, Vytenis Andriukaitis, rispondendo a chi gli chiedeva un commento sui ricorsi italiani.

Farmindustria: ridiscutere parere per tutelare la salute
Sempre sul fronte confindustriale, interviene sull'assegnazione ad Amsterdam della nuova sede Ema anche il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, che evidenzia la necessità, se «quello che è contenuto nel dossier non è stato rispettato», di un intervento del Parlamento Ue a tutela «dei cittadini e dei malati europei», che potrebbe portare ad una nuovo parere della commissione che ha seguito il dossier: «Se una commissione ha fatto un rapporto sui Paesi partecipanti basato su un dossier, questo dossier deve essere rispettato». Pertanto, conclude Scaccabarozzi, «bene ha fatto il Governo insieme alla città di Milano a fare questa richiesta al Parlamento. I nostri parlamentari europei sono molto sul pezzo. Per cui credo che la partita, non tantissimo ma un pochino, aperta lo sia».

«Con industria 4.0 ripresa strutturale, continuare su questa strada»
Nel suo intervento, il ministro è tornato a parlare degli elementi strutturali della ripresa registrati negli ultimi mesi, confema che «siamo in una fase in cui la strategia dell'innovazione diventa motore di crescita». La sfida del Paese, ha spiegato alla platea, «è quella di continuare in questa direzione, non aver paura di fare passi avanti in questa direzione», una scelta che dovrebbe accomunare «non solo le grandi imprese ma tutte, comprese le Pmi». L'innovazione, ha continuato Padoan, è stata possibile anche grazie alle misure introdotte dal programma Industria 4.0 «che è una delle applicazioni piu' efficaci di open innovation», che ha dato sostegno «non solo alle imprese ma al capitale umano, con la la formazione a tutti i livelli e la ricerca che e' collegata». Per Padoan, in questa fase di ripresa, anche grazie all'innovazione, «la politica deve fornire il framework con le giuste risorse, gli strumenti e la protezione, ma non nel senso che sta prendendo in questo periodo» e con le misure degli ultimi anni «già si vedono i risultati».

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