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Sparatoria a Macerata, l’aggressore candidato con la Lega alle comunali

di Andrea Gagliardi

Sparatoria Macerata, Luca Traini (candidato della Lega) al comizio di Matteo Salvini

3' di lettura

È italiano e incensurato l’uomo che ha sparato stamattina tra le vie di Macerata causando almeno sei feriti, tutti stranieri. Luca Traini, 28 anni, originario di Tolentino delle Marche, quando è stato bloccato dai carabinieri è stato trovato in possesso di una pistola. Un metro e 80, fisico atletico, rasato, Traini è stato bloccato in piazza della Vittoria, dinanzi al Monumento ai Caduti, mentre faceva il saluto romano. L’uomo ha un passato politico. Era stato candidato alle elezioni amministrative 2017 a Corridonia (in provincia di Macerata) con la Lega Nord. In un manifesto elettorale, Traini appare insieme al candidato sindaco della Lega Nord per Corridonia, Luigi Baldassarri che presenta la sua nuova squadra. Si tratta della tornata elettorale del 11 giugno scorso. Nel programma, anche il «controllo degli extracomunitari».

Non solo. Traini compare anche in un video che risale proprio al periodo della
campagna elettorale, in cui è ritratto a pochi metri dal leader leghista, Matteo Salvini, che sta tenendo un comizio. Leimmagini, che circolano su Youtube, risalgono al giugno dello scorso anno. Nelle foto su Facebook Traini appare rasato a zero, tatuato il simbolo di Terza Posizione, neofascisti degli anni '70-'80.

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Salvini: chiunque spari è un delinquente
Salvini, a chi gli chiedeva cosa ne pensasse del raid contro gli immigrati andato in scena questa mattina a Macerata, ha preso le distanze da Traini: «Non vedo l'ora di andare al governo per riportare sicurezza in tutta Italia, giustizia sociale, serenità. Chiunque spari - ha detto - è un delinquente, a prescindere dal colore della pelle». Anche se poi ha aggiunto che «è chiaro ed evidente che un'immigrazione fuori controllo, un'invasione come quella organizzata, voluta e finanziata in questi anni, porta allo scontro sociale».

La testimonianza: è razzista e estremista
«Lo abbiamo cacciato dalla palestra a ottobre, aveva atteggiamenti sempre più estremisti, faceva il saluto romano e battute razziste. E poi da tempo so che aveva una pistola». Questa la testimonianza di Francesco Clerico, titolare della palestra Robbys di Tolentino (Macerata) in cui andava il giovane arrestato per il raid contro gli immigrati. «Lo hanno rovinato le amicizie sbagliate, questi ambienti estremisti. Ha una situazione familiare disastrosa, lo conosco da 10 anni almeno» ha aggiunto Clerico secondo il quale, prima di candidarsi con la Lega Nord, Traini negli anni scorsi sarebbe stato vicino a Forza Nuova e a CasaPound. Da segnalare a tal proposito che Forza Nuova in una nota si è schierata a fianco di Traini (« Questo succede quando i cittadini si sentono soli e traditi»). Clerico ha aggiunto che Traini, «era andato in cura da uno psichiatra, che a quanto diceva lo aveva giudicato “border line”». E ancora, per spiegare il contesto familiare, «il padre se n'era andato quando era piccolo e la madre, anche lei con grossi problemi, lo aveva cacciato più di recente. Luca viveva con la nonna».

Spari sugli stranieri a Macerata, arrestato un uomo

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La folle corsa in auto
Traini ha seminato stamattina il panico a Macerata a bordo di un’Alfa 147, sparando per le strade della città, vicino alla stazione e in via dei Velini e via Spalato, zona di spaccio in cui abitava il 29enne nigeriano finito in carcere come presunto responsabile dell’uccisione di Pamela Mastropietro, il cui cadavere fatto a pezzi è stato rinvenuto in due trolley nelle campagne di Pollenza. «Ma Pamela non conosceva Luca Traini, non aveva mai avuto nessun rapporto di nessun tipo con lui» ha detto all’Ansa Marco Valerio Verni, zio di Pamela Mastropietro e avvocato della famiglia della ragazza. Nessun collegamento diretto è emerso anche dalle indagini svolte dai carabinieri. Traini nella sua corsa folle Traini ha colpito anche la sede del Pd.

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