Il discorso alla Consulta Antiusura

Papa: le banche vigilino sull’etica della loro attività

di Carlo Marroni

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3' di lettura

Papa Francesco torna con forza sui temi della finanza e dell’etica in economica, e lancia un appello ai responsabili del sistema bancario affinché vigilino, sul serio, sulla «qualità etica delle attività degli istituti di credito». Nell’udienza alla Consulta Nazionale Antiusura ha anche auspicato che le pubbliche Autorità facciano la loro parte «affinché le persone e le famiglie possano usufruire dei benefici di legge come ogni altra realtà economica». Alle banche Bergoglio ha ricordato che molte «sono nate e si sono diffuse nel mondo proprio per sottrarre i poveri all’usura con prestiti senza pegno e senza interessi». E ha aggiunto: «L'usura umilia e uccide. L'usura è un male antico e purtroppo ancora sommerso che, come un serpente, strangola le vittime. Bisogna prevenirla, sottraendo le persone alla patologia del debito fatto per la sussistenza o per salvare l'azienda».

Papa Francesco ai leader politici, basta corruzione

«Serve un nuovo umanesimo economico»
Inoltre Papa Francesco ha ribadito che urge «un nuovo umanesimo economico, che metta fine all’economia dell’esclusione e dell’inequità, all’economia che uccide, a sistemi economici in cui uomini e donne non sono più persone, ma sono ridotte a strumenti di una logica dello scarto che genera profondi squilibri». Alle persone impegnate ogni giorno nella lotta all’usura, ha detto: «Fronteggiando l’usura e la corruzione, anche voi potete trasmettere speranza e forza alle vittime, affinché possano recuperare fiducia e risollevarsi dai loro bisogni. Per le istituzioni siete stimolo ad assicurare risposte concrete a chi è disorientato, a volte disperato e non sa come fare per mandare avanti la propria famiglia. Per gli stessi usurai potete essere richiamo al senso di umanità e di giustizia, a prendere coscienza che in nome del denaro non si possono uccidere i fratelli».

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In Vaticano la prima richiesta di giudizio per autoriciclaggio
Oggi inoltre si è aperto l’anno giudiziario vaticano con la relazione del promotore di Giustizia, Gian Piero Milano. Il quale ha reso noto che l’autorità giudiziaria vaticana ha depositato la prima richiesta di rinvio a giudizio per un caso di presunto autoriciclaggio. Grazie anche a «conferme provenienti da attività di cooperazione internazionale» è stata depositata «pochi giorni or sono, una richiesta, la prima, di rinvio a giudizio per autoriciclaggio» ha detto. «Posso altresì anticipare che a questa prima iniziativa farà seguito, in tempi brevi, una seconda».

Inoltre il pm pontificio ha osservato che il sistema finanziario dello Stato Città del Vaticano «è “ex se” inidoneo, direi refrattario alle insidie delle attività di riciclaggio. L’economia dello Stato vaticano è pubblica e monopolistica; non vi operano investitori o entità finanziarie che perseguano fini di lucro; non vi è un libero mercato aperto ad investimenti; mancano significativi esercizi commerciali privati, o spazi utili per ipotetici operatori dediti ad attività di ripulitura di denaro proveniente da reati; non vi sono neppure soggetti professionali tenuti a svolgere adeguate verifiche sulla clientela». E anche lo Ior, con «il processo di selezione 'riduttiva' della clientela», ha «certamente ridotto enormemente eventuali spazi di coltura delle pratiche di riciclaggio».

In cinque anni sequestrati 21,8 milioni di euro
Nel quinquennio 2013-2017 è stato disposto il sequestro complessivo di 21,8 milioni di euro, nonché di 4,7 milioni di dollari, 1,4 milioni di sterline britanniche, 805mila di dollari australiani e 650mila franchi svizzeri. Sono le “misure cautelari patrimoniali” adottate dall'Ufficio del Promotore di Giustizia Vaticano, così come riferite dallo stesso Pg, Gian Piero Milano, nel corso dell'inaugurazione dell'Anno giudiziario.

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