terremoto nel pd

Pd, Gentiloni e Delrio in pole per il dopo Renzi

di Emilia Patta

La parabola di Renzi

2' di lettura

Passo indietro di Matteo Renzi. Le dimissioni del segretario dem sono state ufficializzate oggi al Nazareno durante una conferenza stampa convocata nella sede del partito alle 17, ma poi slittata alle 18, in cui il segretario ha tirato le sue conclusioni dopo la sconfitta netta per il Pd, fermo sotto il 20%, uscita dalle urne del 4 marzo. Ancora prima del risultato del Pd - accompagnato per altro dal cattivo risultato sia dei piccoli alleati sia degli scissionisti di Leu fermatisi poco sopra la soglia di sbarramento del 3%, a conferma che è tutto il campo storico del centrosinistra ad uscirne devastato - a preoccupare il leader e i dirigenti dem è il successo delle forze populiste e anti-sistema, il M5s e la Lega.

Per questo la scelta del nuovo segretario del Pd è particolarmente delicata, perché toccherà a lui o lei gestire la fase delle consultazioni per la formazione di un nuovo governo. E Renzi e i dirigenti a lui vicini vogliono naturalmente puntellare il partito, avviato verso una lunga fase congressuale, con un “traghettatore” affidabile.

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In queste ore di caos al Nazareno si fa dunque il nome dell’attuale premier Paolo Gentiloni, uscito per altro vincitore dal collegio di Roma 1, mentre alcuni ministri di peso come Dario Franceschini e Marco Minniti sono stati sconfitti: Gentiloni sarebbe la garanzia della prosecuzione della linea riformista e soprattutto respingerebbe le pressioni che vengono da sinistra e da alcuni media per un governo assieme al M5S e alla piccola pattuglia di Leu. Gentiloni ha poi il profilo giusto per tentare di riunificare il campo del centrosinistra: non a caso in campagna elettorale ha partecipato a iniziative in favore dei piccoli alleati e a sostegno della candidatura di Nicola Zingaretti nel Lazio e non a iniziative strettamente di partito.

Un altro “renziano” (ormai ex, ma sostenitore delle riforme messe in campo da Renzi) che potrebbe avere il profilo giusto per traghettare il partito in quella che si annuncia una difficile traversata nel deserto è Graziano Delrio, anche lui vincitore nel suo collegio di Reggio Emilia. Stimato da tutti, anche a sinistra, e dal profilo dialogante, anche Delrio potrebbe essere la figura adatta a gestire questa fase. Restano sullo sfondo figure della generazione precedente, provenienti dai Ds, come Piero Fassino o Walter Veltroni. Anche se il cattivo risultato dei bersanian-dalemiani di Leu rende meno urgente rispetto a quanto potesse apparire qualche settimana fa la prospetttiva di una possibile riunificazione.

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