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Elezioni 2018. Genere, età, professione: identikit dei nuovi elettori a Cinque stelle

di M.A.

Elezioni 2018, l'identikit dell'elettore Cinque stelle

3' di lettura

Il voto di domenica restituisce un'Italia profondamente trasformata dal punto di vista della geografia politica e della composizione socio-economica degli elettori in rapporto alle loro scelte nelle urne. Secondo i ricercatori di Ipsos siamo di fronte ad un nuovo bipolarismo. Centrodestra a trazione leghista e Movimento Cinque stelle sono i vincitori indiscussi (guadagnano 4,2 e 1,9 milioni di elettori rispetto alle Politiche 2013) mentre il Pd (perde oltre 2,5 milioni di votanti) e Forza Italia (-2,7 milioni) escono pesantemente ammaccate dalla tornata elettorale.

Ma qual è, in particolare, l'identikit degli elettori a Cinque stelle che hanno permesso alla formazione grillina di diventare il primo partito italiano? Ipsos Public Affairs , elaborando dati propri e del Ministero dell'Interno, ha spacchettato il voto di domenica fornendoci alcune interessanti risposte.
La cosa che più colpisce della vittoria pentastellata è la trasversalità. In questa tornata il movimento è diventato un partito non solo compiutamente nazionale ma anche interclassista e generazionale come solo il Pdl nel 2008 e la Dc negli anni d'oro, riuscirono ad essere. Basta confrontarlo con la composizione socio-economica di 4-5 anni fa per comprendere il mutamento e l'allargamento della propria base elettorale: un bacino in prevalenza maschile e concentrato nella fascia d'età 30-44, sotto-rappresentato rispetto alla media nazionale in quella over 65, tra chi non ha nessun titolo di studio o solo la licenza elementare e tra lavori autonomi e imprenditori (oggi come vedremo non è più così). Ma andiamo con ordine.

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Voto di genere. Fatto cento la percentuale di voti validi, il 32,8% degli elettori uomini e il 32,9% di quelli donne hanno votato Cinque stelle, sostanzialmente in linea con la percentuale di voto assoluto totalizzato dal movimento.

Voto per età. C'è molta omogeneità anche nel voto anagrafico. Quello per i Cinque stelle è inversamente proporzionale a quello per il Pd (che ha un gradimento elettorale ben più stagionato). La fascia 18-34 anni è quella dove il movimento prende più voti pur mantenendo percentuali importanti anche nelle fasce 35-49 (35,4%), 50-64 (34%) e +65 (27,1%). Peraltro il Cinque stelle in praticamente tutte le fasce anagrafiche (tranne in quella over 65) batte il partito dell'astensione (in termini percentuali il secondo partito italiano), che oscilla tra un 29,9% tra i giovani e un 33,7% degli anziani.

Voto per titolo di studio. Sempre fatto cento le scelte di voto dei laureati italiani, il 29,3% di loro ha messo una croce sul movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, distanziando di ben otto punti il Pd (21,8%), nell'immaginario il partito dei ceti più colti. Lo stesso vale per i diplomati (il 36,1% ha votato per la formazione di Luigi Di Maio contro il 16,1% che ha scelto quella di Renzi). Un consenso che si mantiene altrettanto alto tra gli elettori che hanno conseguito la licenza media e quella elementare. Appunto, in modo trasversale.

Voto per professione. Il Cinque stelle vince anche nella classifica dei mestieri. Che siano dirigenti, imprenditori (31,2%), lavoratori autonomi-commercianti-artigiani (31,8%) impiegati-insegnanti (36,1), operai (37%), disoccupati (37,2%) o studenti (32,3%), il movimento sbaraglia il campo confermandosi primo partito in ogni fascia professionale (solo tra i pensionati è sorpassato dal Pd). Batte persino la coppia Lega-Forza Italia nel gradimento di operai, studenti, casalinghe, imprenditori e dirigenti.

Voto per settore. Altra sorpresa è probabilmente il boom del Cinque stelle tra i dipendenti pubblici (il 41,6% di chi si è recato alle urne ha votato Di Maio) rispetto al 34% di gradimento ricevuto dai dipendenti privati. Un tempo bacino di voti per il centrosinistra, i dipendenti del pubblico impiego sembrano essersi definitivamente spostati.

Voto per partecipazione a funzioni religiose. Anche il voto cattolico sembra aver premiato l'offerta politica grillina. Il 30,9% di chi dichiara di partecipare settimanalmente a funzioni religiose ha votato i pentastellati. E il 31,4% di chi vi partecipa mensilmente.

Da dove arrivano i voti al Cinque stelle. Interessante anche il flusso di voti in entrata rispetto alle Politiche 2013. Intanto la fedeltà: il 76% degli allora votanti grillini ha confermato lo stesso voto domenica. Il 14% dei nuovi votanti arriva invece dal Pd, l'8% da Forza Italia, il 13% dalla fu Scelta Civica di Mario Monti e, soprattutto, il 26% dai neo maggiorenni che il 4 marzo hanno votato per la prima volta. Infine, dal punto di vista geografico, le aree dove il movimento è cresciuto di più nel confronto con il voto 2013, in una forchetta compresa tra il 17,3 e il 33,4%, sono Campania, Puglia, Basilicata e Calabria del nord. In una forchetta tra il 4,5 e il 17,3% in Sicilia, Sardegna, Calabria del sud, Marche, Abruzzo e basso Lazio.

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