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Le ragioni dello strappo di Salvini

di Barbara Fiammeri

L’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il segretario della Lega Matteo Salvini (foto Ansa)

1' di lettura

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Matteo Salvini ha scelto di privilegiare il patto sottoscritto con il M5s per la ripartizione della presidenza di Camera e Senato, mettendo in conto la dura reazione del suo principale alleato e, di conseguenza, la rottura della coalizione di centrodestra. Lo ha fatto in modo brutale. Avvertendo Berlusconi con una telefonata in cui gli comunicava che di lì a poco i 58 senatori leghisti avrebbero votato per la forzista Anna maria Bernini bruciando così definitivamente il candidato scelto dal Cavaliere Paolo Romani.

Salvini lo ha fatto anzitutto per confermare la sua leadership nel centrodestra. L’irrigidimento di Berlusconi su Romani è stato letto dal segretario della Lega come un grimaldello per far salate l’accordo da lui raggiunto con il M5s sulla ripartizione delle presidenze e in prospettiva sul governo. Adesso ricucire è molto difficile. L’unica possibilità è che si arrivi a un’intesa su un terzo nome. Si parla della forzista Elisabetta Alberti Casellati. Ma anche se alla fine si arriverà a una mediazione, più che una pace sarà solo una tregua e probabilmente di breve durata.

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