LO STALLO DELLE CONSULTAZIONI

Europa, pensioni, tasse e immigrati: tutte le distanze fra Lega e gli altri

di Marco Rogari

(ANSA)

2' di lettura

Europeista ma solo fino a quando il rispetto degli impegni non entra in conflitto con le priorità nazionali, a differenza di tutte le altre forze politiche che continuano a considerare la Ue centrale seppure con la necessità di allentare la linea del rigore e di rivedere alcuni trattati. Determinato a cancellare la riforma delle pensioni targata Fornero, vero punto di contatto con i Cinquestelle, che invece per Forza Italia va solo corretta e per il Pd mantenuta anche se con una fisonomia maggiormente flessibile.

Convinto di spingere a fondo sulla flat tax in versione aliquota del 15%, condivisa con Forza Italia ma solo in forma meno “hard” e neppure contemplata da Pd e M5S. Deciso a puntare sul controllo dei confini e a rimpatriare tutti i clandestini per innalzare i livelli di sicurezza, abbastanza in linea con Fi, ma non con i democratici e i Pentastellati. Il Carroccio si pone su una rotta che su Europa, sicurezza, immigrati, pensioni e tasse sembra avere non molti punti di contatto con quelle tracciate dagli altri partiti presenti nel Parlamento della diciottesima legislatura.

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Oltre che nelle dichiarazioni del suo leader, e candidato premier, Matteo Salvini, risiedono nel programma le ragioni delle resistenze della Lega all’ipotesi di un governo di tutti. Che potrebbe essere una delle possibili vie d’uscita allo stallo presentatosi dal 4 marzo scorso agli occhi del Quirinale, per il quale è invece urgente la formazione di un nuovo esecutivo, soprattutto con l’aggravarsi della crisi siriana. Salvini, che considera prioritario eliminare le sanzioni alla Russia (da considerare più di un possibile partner), ha più volte detto di non voler mettere in discussione l’alleanza Atlantica e di non voler pregiudizialmente aggirare i “vincoli” europei”. Ma per la Lega, Nato e Ue non sembrano avere lo stesso valore di stelle polari dato dalle altre formazioni politiche, Fi e Cinquestelle compresi, che nelle ultime settimane hanno tenuto a rimarcare, seppure con sfumature diverse, il loro europeismo e la loro intenzione di tenere fede agli impegni internazionali del nostro Paese.

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Anche sull’immigrazione il Carroccio punta soprattutto sulla “protezione” assoluta dei confini (in sostanziale sintonia con Forza Italia) e sui respingimenti in toto e immediati, con una strategia molto lontana da quelle ipotizzate da Pd e Cinquestelle. Sul fronte militare i democratici perorano la causa del Fondo europeo della difesa, i Pentastellati propongono una diversa ripartizione delle risorse, privilegiando quello su cyber security e reti di intelligence in funzione anti-terrorismo, mentre il Centrodestra si affida soprattutto al rafforzamento dei fondi alla Difesa.

Le distanze sono evidenti anche sul terreno dell’economia. Il superamento della legge Fornero con il ripristino delle uscite anticipate, anche se attraverso il meccanismo delle quote, su cui punta Salvini, trova affinità solo con Luigi Di Maio che però per le coperture si affida in prevalenza ai tagli di spesa e solo in piccola parte alla leva del deficit (essenziale invece per il Carroccio). Neppure Fi (solo correzioni) è totalmente d’accordo con il Carroccio.

Le differenze nei programmi dei partiti
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