stallo per il governo

Di Maio: «Con la Lega si può fare un buon lavoro». Berlusconi: «Salvini il nostro leader»

di Nicola Barone

Governo, Toti: da Berlusconi solo un fallo di reazione su M5s

3' di lettura

Lo stato di salute del centrodestra? «Tutto bene». Ieri la distanza tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi si è allargata al punto di portare lo strappo quasi a un passo. Questione di ore e dal Colle piomberà sulle trattative finora inconcludenti dei partiti la scelta del presidente della Repubblica, scelta che potrebbe non essere indolore per alcuni. Non a caso oggi, dal giro molisano, l’ex premier prova a (ri)compattare il suo campo smentendo qualunque intelligenza col nemico. Nel dire, per l’appunto, «il centrodestra è unito e Matteo Salvini è la persona che deve esprimere il leader» la carta giocata è quella della resistenza a ipotesi di accordo in solitaria tra la Lega e i Cinque Stelle che molte voci di corridoio danno come plausibili.

Escluso dall’ex premier un governo con il Pd
Fortissime sono le tensioni per dar vita al nuovo esecutivo, acuite dalla sentenza sulla trattativa Stato-mafia piombata ieri dalla Corte d'Assise di Palermo come un macigno nei rapporti già ai minimi tra l’M5S e Forza Italia. Lo schema su cui stamani Berlusconi insiste rimane quello originario, senza scostamenti rispetto alla linea espressa nelle consultazioni con Mattarella. «Non ho mai detto di voler fare un governo coi voti del Pd. Non c'è nessun contatto in atto. Ho solo detto che avremo dovuto presentarci in Parlamento con il nostro programma e raccogliere i voti di tutti coloro che non ritenessero cosa buona per l'Italia e per loro andare a nuove elezioni».

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Mattarella si prende due giorni

Martina: dialogo Pd-M5S? «Aspettiamo il Colle»
In ogni caso se entro la giornata di lunedì non dovessero venir fuori elementi tali da riportare in auge la sola possibilità messa alla prova al momento, e cioè un asse di governo M5s-Lega, il capo dello Stato potrebbe decidere di dare un secondo mandato esplorativo al presidente dell’altro ramo del Parlamento, il pentastellato Roberto Fico. E non è detto che a quel punto la direzione in cui si andrà a guardare alla ricerca di una maggioranza resti quella dalla parte del centrodestra. «Adesso noi dobbiamo fare una cosa: aspettare le indicazioni del presidente Mattarella e capire quale sarà lo scenario da lunedì» nota prudentemente il segretario reggente del Pd Maurizio Martina. «Noi vogliamo essere assolutamente rispettosi di questo passaggio che il presidente sta facendo” ha aggiunto a margine di un incontro del partito a Milano.

Di Maio: con la Lega si può fare un buon lavoro
Parole nel senso dell’apertura al dialogo col Carroccio arrivano intanto da Luigi Di Maio, e qui implicita è la scommessa sul fatto che alla fine il centrodestra non rimarrà tutto intero come è adesso. «Io credo fortemente nel fatto che con la Lega di Matteo Salvini si possa fare un buon lavoro per il Paese. Possiamo fare cose molto importanti», dice il capo politico del M5S Luigi Di Maio a margine della sua visita a Salone del mobile di Milano. «So bene il momento politico che sta vivendo la Lega, ma ho avuto modo di testare la sua affidabilità quando abbiamo eletto le cariche istituzionali in Parlamento e sono sicuro che se firma un contratto di governo tiene fede ai patti».

Nessuno dei sue forni sembra esser stato chiuso. Un pezzo di Pd ritiene che le distanze con i Cinque stelle non sono incolmabili, domandano. «A me fa piacere, ho sempre detto che la nostra proposta era a due forze politiche per firmare un contratto di governo, la Lega e il Pd», risponde Di Maio spiegando che la proposta per firmare il programma di governo era stata aperta a «due forze politiche», ovvero Pd e Lega, «o con l'uno o con l'altro». Alla fine deciderà Mattarella. «Ma se mi chiedete di Fico, ho solo cose buone da dire».

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