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M5s-Pd, il dialogo che fa infuriare dem e grillini: «Complimenti per la coerenza»

di Nicola Barone e Alberto Magnani

Esclusivo, ecco i 10 punti del contratto di governo del M5S

5' di lettura

«Con il Pd non potrete fare nulla di serio per questo Paese. Voglio vedere una seria legge contro il conflitto di interessi o contro la corruzione o contro la prescrizione votata dal Pd. Svegliaaaaaa». O ancora «il Pd rappresenta il tradimento assoluto. Agli occhi del Popolo chi tradisce, oltre a proclamarsi da sé inaffidabile, è inviso ancora di più di chi pratica il malaffare». Se a essere determinante per il concepimento di un governo fosse la cosiddetta “base”, quella fatta di iscritti e simpatizzanti che nelle ultime ore stanno riversando sul blog delle Stelle i propri altolà per il dialogo inaugurato dal leader con il Pd, molto più di un dubbio sorgerebbe. Generalmente non dà affatto l’impressione di piacere al popolo pentastellato l'ipotesi di un accordo tra due forze che in pratica da sempre si sono battute, in modo aspro, diretto, viscerale come solo gli antagonismi politici spesso fanno, al netto di (poche) eccezioni che spingono invece al realismo.

«Complimenti per la coerenza»
«Cari Di Maio Grillo, Casaleggio, Di Battista, ecc. ecc. se contribuite alla realizzazione di una tale operazione porterete alla catastrofe il Movimento 5S. Rendetevi conto che così la pensa il 90% del nostro elettorato» suggerisce un messaggio in rete. Un altro elettore segnala che «se volete impoverire ulteriormente il popolo riportate al governo il Pd!» e «No! No! No!Nessun accordo con il Pd! Luigi hai gestito in modo pessimo le trattative!». Passando ai social la musica non cambia poi di tanto. Attraverso il reggente Maurizio Martina i dem fanno fatto sapere di essere disponibili al dialogo ponendo come condizione irrinunciabile la chiusura ufficiale di ogni canale di dialogo con Matteo Salvini. Cosa subito avvenuta, per bocca di Di Maio, al termine delle consultazioni con il presidente incaricato Fico. «No a Berlusconi perchè condannato e sì al Pd che di indagati, imputati e condannati ad oggi ne ha a centinaia ? Complimenti per la coerenza ma soprattutto per il “rispetto” che state dimostrando nei riguardi di milioni di elettori italiani che lo scorso 4 marzo hanno scelto di essere governati dal centrodestra e/o dai 5 stelle ma che soprattutto hanno chiaramente fatto comprendere di non voler più essere governati dal Pd».

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«Con chi si dovrebbero alleare?»
Ma voci isolate non mancano qua e là, tra un post colorito di che sente aria di tradimento e chi scommette che alla fine, guardando agli ostacoli, niente si farà e ognuno per la sua strada. «Ma chi critica anche solo la possibilità di fare un governo con il Pd capisce quali sono i numeri in Parlamento? Capisce come si forma una maggioranza in un sistema proporzionale? Con chi si dovrebbero alleare?». La logica del proporzionale purtroppo non si attaglia molto ai duri e puri.

Sul Blog delle Stelle prevale il realismo
La rabbia che traspare sulle bacheche social di Luigi di Maio si attenua fra i commenti pubblicati sul Blog delle stelle, una delle piazze virtuali più frequentate dagli elettori del Movimento. L'ultimo post firmato da Di Maio («O al governo o al voto») ha incassato la sua dose di contestazioni, ma anche diverse aperture. Un utente invita gli iscritti a «non dare giudizi affrettati e usare prudenza», confermando di «avere fiducia in Di Maio». Altri ricordano che l'accordo con il Pd dovrebbe reggersi, comunque, sullo schema di contratto commissionato dai Cinque stelle per individuare priorità e punti di contatto con gli avversari. «Si sta cercando di fare solo un accordo ben circoscritto a punti precisi che verranno individuati e messi per iscritto e resi pubblici – scrive un utente - insieme si potrà fare una nuova legge elettorale ed esauriti i punti da fare andare di nuovo alle urne».

Non mancano gli elettori delusi dal naufragio delle trattative con Salvini e il centrodestra, ritenuti più vicini rispetto al Pd dell'odiato ex segretario Matteo Renzi («Impossibile un accordo con loro»). Ma c'è chi sembra più incline a un'intesa con il centrosinistra, sempre a patto di controllare l’agenda di governo e «non stravolgere» il programma uscito dalla piattaforma Rosseau. Un militante fa l'elenco dei punti intoccabili, salvo incappare proprio in alcuni annunci elettorali rimossi o ammorbiditi dopo le elezioni del 4 marzo: «Reddito di cittadinanza, Jobs act, Buona scuola, Pensioni quota 100, tetto massimo per le pensioni € 5.000,00 netti, leggi civili sulla giustizia, il conflitto di interessi, la concessione delle frequenze, le prescrizioni, le intercettazioni, il contrasto alla mafia, lotta alla corruzione, l'evasione fiscale...». Una delle poche costanti che emerge è l’invito a tornare al voto «piuttosto che governare con loro». Sia che si parli del Pd sia, più raramente, di Lega e centrodestra.

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Le “incursioni” dei non grillini
Per la verità qualche incursione critica, talvolta ferocemente in dissenso, proviene da non “grillini”. Nel senso che passando in rassegna su Facebook il flusso costante di commento alle parole di ieri del capo pentastellato accade infatti di imbattersi in post come questo: «Ma vergognatevi tutti quanti!! Il popolo ha detto NO al Pd e voi ci fate i contratti? Vergognatevi! La gente prima o poi esploderà! Vergognatevi! per mesi avete insultato gli esponenti del Pd e adesso volete governare con loro? VERGOGNATEVI, per una poltrona avete tradito milioni di italiani». Andando un po’ più a fondo nel profilo pubblico dell’autore balzano però subito agli occhi bandiere di Forza Italia e simboli dei club Forza Silvio, circostanza denunciata in post successivi da alcuni utenti in modo a dir poco forte.

Tra gli elettori Pd cresce il blocco del #senzadime
E dall’altra parte della barricata? Gli elettori del Pd contrari all’accordo si stanno radunando (virtualmente) intorno all’hashtag #senzadime, lanciato su Twitter da un’utente sfavorevole all’intesa e diventato virale nel giro di poche ore. Al di là del veto già imposto da alcuni esponenti, come il neoiscritto Carlo Calenda, sono i militanti a invadere le bacheche social del partito con messaggi abbastanza netti. C’è chi chiama in causa i valori fondanti dei Dem, commentando i video pubblicati in occasione del 25 aprile: «Proprio per questi valori della resistenza da cui l'Italia e il Partito Democratico nascono e si fondano - scrive un utente - non possiamo accettare alleanze di nessun tipo con chi ha definito “liberticida la legge di Emanuele Fiano sull'apologia del fascismo come 5 Stelle o Lega». In generale l’appello è a «rimanere all’opposizione» e «non fare accordi con i fascisti grillini». «Se solo vi azzardate a discutere con i grillini, non voterò mai più Pd» scrive una simpatizzante in un commento a margine di un post sulle trattative con i Cinque stelle, incassando oltre 300 like in meno di una giornata.

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