post contro il presidente emerito

Odio e insulti contro Napolitano: l’insostenibile leggerezza dei social

Giorgio Napolitano (Ansa)

2' di lettura

C’era una volta il fair play in politica, la bella stagione del rispetto della diversità, almeno dentro l’arco costituzionale. Poi è arrivato il tempo dei social, potentissimi contenitori di pensieri in sintesi da condividere col mondo, e sono saltati gli schemi. Così succede che la crisi cardiaca del presidente emerito Giorgio Napolitano, in mezzo a innumerevoli messaggi di sostegno e attestati di stima, scateni pure una tempesta di odio, insulti e auguri di morte che parte da Twitter e Facebook per arrivare al blog del Movimento 5 Stelle, passando attreverso la sezione commenti delle edizioni online di numerosi quotidiani.
Argomento che leggi, hater che trovi. All’insegna di «toni» e «stili» piuttosto variabili, tra chi rimprovera («Ha calpestato la costituzione»), chi rimarca («Non si è mai preoccupato dell’Italia perché dovrei preoccuparmi di lui?»), chi dileggia in modo becero (meglio non riportare). Toni e stili subito censurati, sempre sui social, da politici di ogni appartenenza.

Sostegno bipartisan da Renzi a Storace
Dalla stessa sponda di Napolitano parla, per esempio, l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi: «Bello - scrive su Twitter - incontrare tanta gente in piazza e sentire tanto affetto per Giorgio Napolitano. L’odio sui social di qualche cretino non scalfisce la vicinanza degli italiani al presidente emerito e alla sua famiglia. #ForzaPresidente».

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Di tutt’altra appartenenza Francesco Storace, leader del Movimento nazionale per la sovranità: «Siamo stupefatti - scrive sul Giornale d’Italia - dalla furia del web su Giorgio Napolitano. Abbiamo letto frasi molto brutte per augurare la morte dell’anziano senatore. Ora, che io sia stato un avversario politico di Napolitano - sia pure per un breve tratto della sua lunghissima storia politica - credo che sia noto a tutti. Ho anche subito per nove anni un processo incredibile per un reato che ancora resiste nel codice, come il vilipendio al capo dello Stato. Assolto, senza nemmeno le scuse. Ma Napolitano mi piace contrastarlo nelle sue idee in vita, senza la pretesa macabra di danzare in nome dell’oltraggio alla vita. Per questo gli rivolgo i miei auguri di guarigione per tornare a criticarlo come si conviene: si rimetta presto, Presidente, perché vogliamo continuare a fare il contrario di quello che pensa lei».

L’hashtag #mifateschifo
Sulla stessa lunghezza d’onda, ancora sul social network, anche Raffaele Fitto, numero uno di Noi con l’Italia: «Del presidente Napolitano molte volte non ho condiviso il pensiero. Ma i vergognosi messaggi di odio oggi mi inducono ancor di più a fargli gli auguri di pronta guarigione». Interrogato sul tema su Twitter, Carlo Calenda, ministro uscente per le Attività produttive, a proposito degli insulti a Napolitano twitta: «Mi fanno orrore». Napolitano, «comunque la sipensi», secondo Calenda è «un grande italiano e un grande europeo. A chi attacca su Twitter si risponde su Twitter. Così almeno fa la vicepresidente del gruppo Pd alla Camera Alessia Morani che, contro gli hater, lancia l’hashtag #mifateschifo. Con questo post: «Sui social c’è un esercito di miserabili che augura la morte al presidente Napolitano #mifateschifo».

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