nuovi veleni

Di Maio: «Rapporti economici tra Lega e Forza Italia». E Salvini minaccia querele

di Nicola Barone

Governo, Salvini chiede pre-incarico e ritende mano a M5s

3' di lettura

Con Matteo Salvini, semplicemente, «la misura è colma». Giorni di batti e ribatti a distanza, mentre si spezzava anche il filo di dialogo avviato sotto tono col forno dem. Per il capo politico del M5S Luigi Di Maio non sembra essere più percorribile altra soluzione che il voto, ormai. «In questi cinquantacinque giorni i bugiardi Renzi e Berlusconi si sono sempre sentiti ma la verità è che anche Renzi e Salvini si sentivano. Se l’obiettivo era fare un governo Salvini-Berlusconi-Renzi dovevano dirlo subito. Salvini lo dica: se vuole andare al voto non è vero quello che sto dicendo ma se non vogliono andare al voto lo devono dire a tutti gli italiani».

«Voto nel 2019 un’agonia, sia il prima possibile»
Portare gli italiani a votare nel 2019 o tra sei o sette mesi sarebbe «assurdo, per quanto mi riguarda se non si può votare a giugno andiamo a votare il prima possibile. Anche a fine giugno, alla prima occasione utile», spiega a denti stretti il leader pentastellato durante la puntata di Porta a Porta. Il voto tra un anno sarebbe «un’agonia».

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«Altro nome al mio posto mai messo in conto»
Comunque un altro nome del Movimento per Palazzo Chigi «non è mai stato messo nel conto. Con Salvini non siamo mai arrivati a quel punto». Passando agli scenari, e alle motivazioni sottostanti, si allunga, per Di Maio, un’ombra non da poco sul comportamento sul Carroccio. «Salvini non vuole andare a votare innanzitutto perché ha un problema finanziario, perché hanno bloccati i conti correnti della Lega. Ma io ho anche il serio dubbio che ci sia un serio rapporto economico tra Lega e Berlusconi, nei momenti di difficoltà Berlusconi è intervenuto per aiutare la Lega». Simmetricamente non è stato indolore per il leader del M5S offrire, senza risultato, un contratto al partito di Martina atteso domani al confronto interno fra le diverse anime in lotta. «Mi è costato, perchè quello che pensavo del Pd lo penso tuttora. Secondo conosco i problemi del Pd e poi molti nostri attivisti e amministratori stanno combattendo il Pd nei territori».

Base pentastellata in fermento, Casaleggio a Roma
Confusione serpeggia nella base M5S all’esito della chiusura dei due forni e la richiesta di Luigi Di Maio di elezioni. Sul blog delle Stelle i commenti al post del capo politico contro il leader della Lega vanno da quanti approvano la linea del vertice e chi vede come un pericolo il ricorso alle urne in tempi rapidi. Molti invece chiedono di essere consultati sul web. Intanto corre sui social il redde rationem tra il popolo a Cinque Stelle e quello del Carroccio a colpi di rimproveri e rivendicazioni su nuove e antiche reciproche offese. La fibrillazione è ai massimi, Davide Casaleggio arriva in Senato per un incontro sulla piattaforma online M5S Rousseau e a Palazzo Madama sono stati visti nei vari conciliaboli anche Max Bugani, suo braccio destro, e il neodeputato Stefano Buffagni, molto vicino al capo politico.

Salvini: chi parla di soldi e ricatti sarà querelato
Il discorso appare ormai tanto arroventato da virare persino verso le carte bollate. «Le mie sono scelte politiche dettate unicamente dalla coerenza, dalla lealtà e dal rispetto del voto degli italiani. Chiunque parli di soldi, prestiti, fideiussioni, regali e ricatti inesistenti a me e alla Lega, se finora è stato ignorato, da domani sarà querelato». Così il segretario della Lega Matteo Salvini alludendo alle accuse lanciategli da Di Maio.

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