sinistra in difficoltà

Leu, voti in calo dopo politiche e regionali: partito diviso sulle alleanze con Pd e M5s

di Andrea Gagliardi

(ANSA)

2' di lettura

Liberi e Uguali a pochi mesi dalla sua fondazione ufficiale già scricchiola. Il Movimento politico guidato da Pietro Grasso e nato a fine 2017 dall’alleanza di Movimento Democratico e Progressista, Sinistra Italiana e Possibile, sconta una crisi di voti e linea politica. Sarà l’assemblea nazionale che dovrebbe essere convocata il 26 maggio a cercare di fare chiarezza sul destino del movimento, preceduta il 12 maggio dall’assemblea nazionale di Mdp.

Delusione Molise
Se si guarda ai voti, è una somma di delusioni e divisioni. Prima il 3,4% alle politiche del 4 marzo, solo una spanna sopra la soglia di sbarramento. Una delusione cocente per un partito che ambiva a porsi come alternativa di sinistra al Pd. Con dimissioni (respinte) del segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, favorevole alla partenza di un governo M5s. Poi la ritrovata unità a sinistra in Molise, che però non è stata premiata dagli elettori. Il candidato Carlo Veneziale, solide radici a sinistra, appoggiato da Pd e Leu ha preso il 17,1%. Meno di quanto totalizzato dal centrosinistra (senza Leu) alle politiche in regione (18,1%). E anche se a uscire più malconcio in regione è stato il Pd, crollato all'8,7% (dal 15,2% alle politiche), anche Leu è arretrato: dal 3,7% del al 3,3%.

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La divisione in Friuli
Infine la decisione di non correre con una propria lista in Friuli. Nella coalizione di centrosinistra che ha appoggiato Sergio Bolzanello (renziano «critico») si è schierata una nuova formazione civica ad hoc, Open - Sinistra FVG, che ha avuto il sostegno di diversi esponenti di Mdp (ex Sel e bersaniani), mentre sono rimasti fuori dall’alleanza Sinistra italiana e Possibile. Alle urne, del resto, Open - Sinistra non è stata premiata dagli elettori, raccogliendo solo il 2,8%. E incombono le amministrative del 10 giugno con 21 capoluoghi di provincia al voto.

Fassina: dopo ennesima sconfitta ora assemblea nazionale
E dopo l’ennesima sconfitta in Friuli, è stato Stefano Fassina deputato di Liberi e
Uguali in quota Sinistra italiana a sottolineare la necessità di convocare «al più presto l'Assemblea Nazionale di LeU per fine maggio, come deciso dal gruppo dirigente di LeU a metà aprile». «Un'assemblea aperta, inclusiva, per dare avvio a una discussione sui territori - prosegue - intorno a nodi politici e programmatici fondamentali». Per Fassina il progetto politico di Leu non va messo in discussione ma va «rivisto l’asse politico, culturale e programmatico» su cui continuare questa esperienza».

Il nodo alleanze a livello nazionale
E poi vanno definite le alleanze anche a livello nazionale. Pietro Grasso ha aperto al Ms5 se affronta temi che stanno a cuore di Leu («dai diritti dei lavoratori, al rafforzamento del welfare e del Sistema sanitario nazionale, al diritto allo studio e all'ambiente»). Contrario a un governo Pd-M5s-Leu il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che però dice: nel caso «decidano gli iscritti». Anche l’ex presidente della Camera Laura Boldrini non vede bene un governo Pd-5S, definito «un azzardo». Mentre più aperta al confronto in Parlamento con M5s e Pd è la senatrice di Leu Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto.

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